Le mani della 'ndrangheta sui canili: arrestate undici persone tra Milano e la Calabria
L'operazione della polizia è scattata nella mattinata di giovedì 21 giugno
Tre persone in carcere, quattro agli arresti domiciliari e altre tre sottoposte all'obbligo di firma. Le accuse? Tentata estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, reati commessi con l'aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la 'ndrangheta, ma anche di turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni e truffa aggravata.
Blitz della polizia con le prime luci dell'alba di giovedì 21 giugno: gli agenti hanno messo a segno l'operazione "Happy dog", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Reggio Calabria, tra Milano, Reggio Calabria e altre province calabresi.
Durante l'inchiesta, sviluppata tra il 2014 e il 2016, gli investigatori avrebbero accertato l'infiltrazione della 'ndrangheta nel settore dei canili, svelando interessi di soggetti vicini alla cosca Zagari-Fazzalari-Viola di Taurianova, con conseguente condizionamento degli appalti indetti dal comune della piana di Gioia Tauro per l'assegnazione dei servizi di custodia e assistenza di cani randagi presso canili privati.
Durante le indagini sarebbero state accertate anche attività di concorrenza sleale attraverso campagne mediatiche denigratorie, oltre che a condotte intimidatorie ed estorsive nei confronti di alcuni imprenditori. Non solo: gli investigatori avrebbero scoperto anche il concorso di funzionari pubblici infedeli che adottavano comportamenti ostruzionistici nell'esercizio delle loro funzioni.