Omicidio La Rosa, madre e figlio restano in carcere. Il gip: "Possono uccidere ancora"
Respinta la richiesta di domiciliari per Rullo, che si dichiara innocente. La madre non ha risposto al giudice per le indagini preliminari
Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, accusati dell'omicidio di Andrea La Rosa, devono rimanere a San Vittore. Lo ha stabilito il gip di Milano Livio Cristofano, convalidando il fermo e disponendo la misura cautelare in carcere per tutt'e due. Respinta quindi la richiesta dei domiciliari avanzata dall'avvocato di Rullo.
I due, madre e figlio, rispondo di omicidio volontario premeditato e di soppressione di cadavere. Necessario, per il gip, che rimangano in carcere, unico modo per ostacolare la reiterazione delle medesime condotte criminose. In altre parole, potrebbero uccidere ancora.
Andrea La Rosa, ex calciatore e dirigente della squadra di calcio di Brugherio, è scomparso dalla circolazione il giorno in cui aveva un appuntamento con Rullo e la Biancaniello, a metà novembre. Ucciso in cantina e nascosto in un fusto di gasolio, inizialmente - secondo l'accusa - madre e figlio avrebbero pensato di fare a pezzi il cadavere con una motosega acquistata per l'occasione, poi avrebbero optato per sciogliere nell'acido il corpo di La Rosa e per questo la Biancaniello lo stava trasportando in auto quando, il 14 dicembre, è stata fermata lungo la Milano-Meda.
Gli investigatori tenevano infatti sotto controllo i due, visto che sapevano dell'appuntamento di La Rosa il giorno della scomparsa. L'ex calciatore stava portando 8 mila euro a madre e figlio, parte di un prestito totale da 38 mila euro che aveva loro concesso. Secondo le prime risultanze, i due non avrebbero voluto o potuto ottemperare alla restituzione e avrebbero così deciso di "far fuori" La Rosa.
Particolarmente inquietante la telefonata di La Rosa con un suo conoscente, che ha citato agli inquirenti queste parole: "Sono in viale Certosa, se mi rapiscono sai dove sono". Davanti al gip, Raffaele Rullo ha respinto le accuse e si è proclamato innocente mentre la madre si è avvalsa della facoltà di non rispondere.