Arrestato anche il secondo responsabile dell'omicidio di Anna Di Vita, donna di 83 anni trovata morta in via dei Giaggioli (zona Lorenteggio) il 10 aprile 2014 da un volontario che avrebbe dovuto accompagnare quel giorno l'anziana ad una visita medica programmata. 

Le indagini della squadra mobile si sono subito concentrate sull'ipotesi di una rapina in appartamento finita male, anche perché la casa è stata trovata a soqquadro. L'arresto (il secondo) è avvenuto in Grecia nella giornata del 30 settembre: in manette Constantin Miron, 22enne, che è stato consegnato il 12 dicembre ai poliziotti milanesi. Per lui si sono aperte le porte di San Vittore.

Gli investigatori sono partiti dal cellulare dell'anziana, accorgendosi che il 31 marzo 2014 si è riacceso, dopo qualche giorno di "silenzio", con una sim romena all'interno. Mentre vengono "seguite" le tracce della sim, i rilievi tecnici fanno emergere un'impronta digitale nell'appartamento che viene collegata all'oggi 23enne Constantin Liusnea: che proprio in quei giorni aveva preso il volo per Atene. Il pm Luisa Baima Bollone chiede quindi l'arresto, che viene eseguito a gennaio 2015 dalle forze dell'ordine greche. Liusnea era già noto alle autorità italiane per un'identificazione casuale, per cui l'impronta è stata facilmente attribuita. 

Il giovane è stato arrestato già detenuto in Grecia, per un furto. Nel gennaio del 2016 è stato poi estradato in Italia. Meno facile arrivare al suo complice, Miron. Ma gli investigatori individuano anche lui a partire da una traccia di Dna trovata sul corpo dell'83enne: per essere sicuri, vanno in Romania a prelevare il Dna del padre. Corrispondono. Così viene emesso un mandato d'arresto anche per Miron, eseguito appunto il 30 settembre, sempre in Grecia.