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Cronaca

20enne uccisa a Nicolosi (Ct): fermato a Milano l'ex compagno, che confessa il delitto

I due avevano un contenzioso per l'affidamento della loro figlia. Nel 2013 lei lo aveva anche denunciato per stalking

E' stato fermato a Milano, in stazione, Antonio Priolo (detto Luca), l'ex compagno di Giordana Di Stefano, la mamma ventenne uccisa a Nicolosi (Catania). I due erano in causa civile per l'affido esclusivo della loro figlia, che ha quattro anni e mezzo. La vittima, in particolare, aveva chiesto l'affido esclusivo. Ad ottobre 2013 la ragazza aveva presentato denuncia per stalking, dopo che Priolo (ora 24enne) era entrato nell'abitazione della vittima passando da una fiestra. Lui si era difeso sostenendo di avere visto un'auto sospetta parcheggiata fuori casa e di essere entrato per garantire la sicurezza della ragazza e della figlia.

Negli ultimi tempi, Priolo aveva chiesto all'ex compagna di ritirare la denuncia perché era intenzionato - stando a quanto ha riferito un amico di lui - a rifarsi una vita, molto probabilmente all'estero, e non voleva 'macchie'. In cambio, a quanto si apprende, era disposto a non opporsi all'affido esclusivo.

L'omicidio è avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre. La ragazza aveva trascorso la serata insieme ad alcuni amici e, dopo l'una di notte, sarebbe rientrata a casa per poi uscire nuovamente con Priolo. La madre della ragazza ha denunciato la scomparsa della figlia la mattina del 7 ottobre: il cadavere è stato poi trovato dentro la sua auto, un'Audi A2, a poche centinaia di metri dall'abitazione. L'arma dovrebbe essere stata un coltello.

Le ricerche si sono subito concentrate sull'ex della vitima, in virtù della passata denuncia. Priolo intanto ha preso la Fiat Punto della madre ed è scappato verso Milano, dove è stato intercettato presso la stazione e, intorno alle quattro e mezza del pomeriggio, bloccato dai carabinieri. Secondo quanto si apprende, forse aveva intenzione di prendere un treno per l'estero.

I carabinieri milanesi, che avevano la fotografia di Priolo, quando lo hanno riconosciuto lo hanno chiamato per nome: lui si è girato dicendo "sì, sono io". I magistrati di Catania hanno disposto il fermo per omicidio volontario aggravato. Priolo sarà sentito dai colleghi milanesi.

Proprio la mattina del 7 ottobre in tribunale era calendarizzata una udienza sulla denuncia per stalking, ma è stata rinviata su richiesta del legale di Priolo, che aveva ipotizzato anche conclusioni bonarie della vicenda.

L'accusato ha confessato l'omicidio. E' stato interrogato in una stanza del comando provinciale di Milano in via Moscova dal sostituto procuratore Cristian Barilli alla presenza del suo avvocato d'ufficio. Ha confermato la dichiarazione spontanea fornita al momento del fermo in stazione Centrale a Milano, quando ha detto ai carabinieri "sono stato io, portatemi in caserma". Ha dichiarato di avere agito in preda a un raptus e di avere poi abbandonato l'arma del delitto, un coltello da caccia, nella zona dell'omicidio. Poi è stato portato a San Vittore. Il gip di Milano deciderà se convalidare l'arresto.

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