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Cronaca

Omicidio carabiniere a Lodi: tanti dubbi, pochissime certezze

Il punto sulla situazione delle indagini. I funerali con ogni probabilità mercoledì. Sembra esclusa l'ipotesi dell'omicidio, ma non ci sarebbero segni evidenti di lotta

Ci sono alcune certezze e molti dubbi a 48 ore dall'omicidio di Giovanni Sali, il carabiniere di quartiere ucciso a Lodi durante un servizio. Un assassinio dalla dinamica complessa, un'indagine "non facile", con una dinamica dell'aggressione definita "particolare", lunedì mattina, a margine di un sopralluogo degli inquirenti. Il primo e fondamentale elemento, acquisito dopo l'autopsia prevista per stamani, poi rinviata e quindi eseguita con una certa fretta oggi pomeriggio, è che il corpo della vittima non mostra segni evidenti di una colluttazione.

Certo c'é qualche ecchimosi compatibile con la caduta, qualche macchia ipostatica, una camicia e i pantaloni strappati nel tentativo di rianimare il carabiniere ma non sono evidenti segni di lotta.

L'unica cosa certa è che sabato sera, quando è stato aggredito, l'appuntato è stato ucciso con due colpi di pistola, andati a segno al tronco, sparati non proprio a bruciapelo anche se da una distanza non superiore a quella del cordino di sicurezza con il quale era fissata al cinturone l'arma d'ordinanza, trovata ancora legata vicina al corpo. Uno dei proiettili, quello mortale, ha colpito polmone e cuore. Entrambi sono stati definiti "trapassanti" e sono fuoriusciti.

I proiettili "potrebbero essere stati esplosi dalla sua arma d'ordinanza", è stato confermato oggi, ma per la certezza bisognerà attendere l'esame balistico e le comparazioni con la Beretta 92/S del militare. "Sulla scena del delitto sono stati rinvenuti tre bossoli ed individuati altrettanti possibili punti d'impatto dei proiettili sparati", recita un laconico comunicato della Procura, diffuso oggi al termine di un vertice tra i magistrati che coordinano le indagini.

Ma il quadro appare tutt'altro che chiaro. Innanzitutto perché eliminando, le non particolarmente considerate piste dell'aggressione malavitosa e il suicidio, rimangono sul campo due ipotesi principali: quella di un balordo che, vistosi scoperto, non ha esitato ad affrontare un carabiniere grande grosso ed esperto e con la pistola già in pugno, rischiando di farsi uccidere o comunque di passare più anni in galera di quelli che probabilmente avrebbe scontato come ladro o spacciatore, e quella di qualcuno che ha sorpreso il militare, descritto peraltro come molto puntiglioso e prudente, riuscendo a portargli via la pistola dalla fondina prima di usarla contro di lui.

Ma, se il primo scenario appare quantomeno poco razionale, ma possibile, il secondo presuppone che chi ha sorpreso e disarmato Sali conoscesse il particolare meccanismo che regola l'estrazione delle pistole dalle fondine dei carabinieri di quartiere. Un meccanismo realizzato apposta per un militare che gira da solo di pattuglia (come il palmare che portava con sé, e il block notes, sul quale pare avesse scritto o cominciato a scrivere qualcosa, ma non si sa cosa, forse un nome) e che prevede che l'arma non si possa strappare via dalla fondina.

Solo premendo una sicura che si trova all'interno del cinturone, infatti, si rilascia l'arma, che poi deve essere estratta con un particolare movimento che la spinge leggermente verso il basso prima di tirarla verso l'alto. Una procedura durante la quale la pistola viene armata, pensata apposta per permettere al carabiniere, solo, di estrarre una pistola già con il colpo in canna, con una mano sola. Un particolare che la gente comune e i delinquenti non conoscono di certo.

Sull'arma, comunque, sono stati fatti immediatamente i rilievi, e secondo indiscrezioni non confermate né smentite, sarebbero state isolate delle tracce importanti. Il rilievo sull'arma, infatti, è stato fatto subito dopo la morte, poco prima che piovesse rendendo labili molte delle tracce sul luogo del delitto.

Un particolare su cui gli investigatori mantengono un silenzio totale come peraltro sul ritrovamento di un'ogiva all'interno di un box privato che si trova di fronte al vicolo dell'omicidio, in via Indipendenza. Un garage che ha una saracinesca forata e nel quale oggi, manifestando anche un certo nervosismo, sono tornati inquirenti e investigatori per un ulteriore sopralluogo. I funerali dell'appuntato Sali si svolgeranno, con ogni probabilità, mercoledì in tarda mattinata (fonte: ansa).

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