Omicidio gioielliere di Brera: telecamere gioielleria guaste
Delle cinque o sei telecamere puntate in quel punto, infatti, alcune sono orientate in modo sbagliato
Proseguono incessantemente ma non senza difficoltà le indagini dei carabinieri sull'omicidio del gioielliere Giovanni Veronesi trovato morto giovedì mattina nel suo negozio di Brera a Milano. Secondo quanto si è appreso, infatti, nonostante le numerose telecamere presenti nella centralissima strada, dalle poche che puntano in direzione della gioielleria, non si riuscirebbe a trarre immagini particolarmente utili alle indagini.
Delle cinque o sei telecamere puntate in quel punto, infatti, alcune sono orientate in modo sbagliato, altre non funzionano o non registrano. Le indagini del Nucleo Investigativo si concentrano al momento sulle testimonianze e sulla raccolta delle impronte.
I rilievi degli investigatori dell'Arma, visto il luogo circoscritto e la presenza di tanto sangue, si sono concentrati dapprima sulle tracce biologiche e stanno proseguendo sulle impronte. Contemporaneamente sono stati sentiti i primi testimoni, famigliari e conoscenti stretti, che hanno escluso problemi economici o minacce.
Il momento dell'uccisione viene al momento collocato tra le 11 e le 13 (la chiamata al 118 è delle 13.10 circa) un lasso di tempo molto ampio anche per l'analisi delle celle telefoniche, che potrebbe vertere su migliaia di chiamate. I carabinieri hanno intanto chiarito due cose: Giovanni Veronesi è stato colpito al capo con un oggetto, e presenta più ferite, ampie e profonde.
Forse la stessa mazzetta con cui, probabilmente, il rapinatore ha sfondato una delle vetrine interne prima della presunta reazione dell'anziano orefice. L'oggetto non è stato ancora trovato. E che chi ha portato via gli oggetti non ha avuto il tempo di arraffarne molti, peraltro non ancora inventariati. La cassaforte era ancora chiusa.
Nella giornata di sabato è prevista l'autopsia.
