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Cronaca Legnano

Bambina uccisa, Elena Romani ricorre contro assoluzione dell'ex compagno

I due protagonisti Elena Romani e Antonino Cangialosi erano gli unici in casa con la piccola, ma entrambi sono stati assolti

Nessun colpevole per l'omicidio della piccola Matilda Borin, 22 mesi, uccisa il 2 luglio 2005 all'interno di una casa colonica a Roasio (Vercelli). Ma la madre, l'ex hostess di Legnano Elena Romani, ora 44enne, non ci sta e ha deciso di presentare ricorso contro la sentenza d'Appello che, come in primo grado, ha assolto l'ex fidanzato della donna, Antonino Cangialosi, impiegato 46enne.

Assoluzione, per l'uomo, chiesta anche dal procuratore generale di Torino, dove si è svolto il processo d'Appello per Cangialosi, specificando che si tratta di "una sconfitta del sistema giustizia. Già, perché paradossalmente la situazione potrebbe essere definita "delitto perfetto", visto che all'interno della casa, oltre alla bimba, c'erano soltanto i due adulti che si sono accusati a vicenda di avere sferrato un colpo alla schiena che provocò a Matilda lo spappolamento della milza, fratture costali e il distacco di un rene.

Un delitto, nessun colpevole

Dapprima le indagini si sono concentrate sulla donna, che però è stata assolta in Cassazione dall'accusa di omicidio preterintenzionale. Poi si sono rivolte all'uomo, assolto finora in due gradi di giudizio. E non è sufficiente (dal punto di vista processuale) assolvere uno per condannare l'altro. Occorrono prove certe, altrimenti anche la seconda persona deve essere evidentemente assolta.

Lo specificano bene le motivazioni della sentenza d'assoluzione in Appello dell'uomo: "Sebbene si possa dare per certo che solo due persone possano aver commesso un determinato delitto, l’assoluzione di una di esse non può dimostrare da sola la colpevolezza dell’altra". 

Ora, con tutta probabilità, la parola passerà alla Cassazione anche per Cangialosi. 

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