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Omicidi

Ammazza il "rivale" con un colpo di pistola al cuore, poi fugge: killer arrestato a Milano

Era ricercato da luglio 2015. È accusato di un omicidio commesso con altre 5 persone

Quando i militari lo hanno fermato era quasi riuscito a farla franca di nuovo. Quel nome sul passaporto - apparentemente perfetto - aveva cancellato tutti i suoi precedenti e tutti i suoi problemi con la giustizia. Purtroppo per lui, però, il fiuto degli uomini dell'arma lo ha condannato. 

Mercoledì pomeriggio, i carabinieri di Sesto San Giovanni hanno arrestato Keivi Hysa, albanese di ventisette anni ricercato nel suo paese perché accusato di omicidio e detenzione di armi da guerra. Le strade del giovane e dei militari si sono incrociate nel pomeriggio a Cormano, dove una pattuglia ha intimato l'alt all'Opel Corsa a bordo della quale si trovavano proprio il ricercato - come passeggero - e un suo connazionale di quarantacinque anni. 

Dopo un iniziale tentativo di fuga, durato pochissimo, i due sono stati fermati a Bruzzano e sono stati immediatamente controllati. Il guidatore ha mostrato ai carabinieri una patente, risultata perfettamente legale, mentre il ventisettenne ha consegnato un passaporto sul quale erano riportati numerosi visti di ingresso e uscita dall'Italia e dalla Spagna. 

Nonostante i primi controlli avessero mostrato che i due albanesi non avessero nulla da nascondere, i militari hanno deciso di approfondire le verifiche e hanno così scoperto che la foto sul passaporto non corrispondeva al nome scritto sul documento. A quel punto, dopo aver portato il giovane in caserma, gli uomini dell'Arma hanno capito che era destinatario di un mandato d'arresto europeo spiccato nel 2015. 

Il 10 luglio di quell'anno, infatti, mentre si trovava a Saranda in vacanza con la sua famiglia, il ragazzo aveva preso parte all'omicidio di un trentaduenne titolare di un autolavaggio. La vittima e il killer si erano sfidate la sera prima, sembra per un complimento di troppo rivolto a un'amica del giovane, e la notte successiva l'assassino, suo zio e altri quattro ragazzi - tutti parenti - erano tornati proprio fuori dall'autolavaggio, dove avevano trovato il "rivale", a completare l'opera. 

I sei, stando a quanto riferito dai carabinieri, avevano accerchiato l'auto della vittima, l'avevano presa a sprangate e avevano rotto il finestrino con il calcio di una pistola. Poi, avevano finito il trentaduenne con un colpo di pistola sparato al cuore.

Subito dopo l'omicidio, la polizia albanese aveva arrestato tre ventenni, mentre lo zio di Keivi era stato fermato a Lodi una decina di giorni dopo. Mercoledì, anche per suo nipote è finita la latitanza. 

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