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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Picchia la moglie, i cognati e fa ferire un bimbo di soli tre mesi: arrestato un 20enne a Milano

In manette un 20enne. Mercoledì ha seminato il panico tra casa sua e quella dei cognati

Ogni volta che era finita in ospedale aveva sempre detto che era caduta, che le ferite se le era provocate da sola. E quelle ferite, in una vera e propria prova del male subito, le avevano lasciato sul corpo segni e cicatrici, ormai "incancellabili". Mercoledì, però, dopo l'ennesima folle aggressione di quell'uomo che diceva di amarla, ha deciso di dire di basta, ha scelto di parlare e di chiedere aiuto, mettendo fine al suo inferno. 

Un ragazzo di venti anni, di origini romene, è stato arrestato dalla polizia con l'accusa di di lesioni, porto abusivo d'arma e maltrattamenti in famiglia nei confronti di sua moglie, una ragazza connazionale di un anno più giovane. 

Botte a moglie e cognati

Il mercoledì pomeriggio di follia dell'uomo è iniziato verso le 14 nell'appartamento in cui vive con la 19enne in zona San Siro. Lì, senza un vero motivo, il ventenne ha iniziato a picchiare la compagna con violenza, tanto che la giovane per mettersi in salvo è fuggita e si è rifugiata da sua sorella, che abita a poche centinaia di metri da lì.

Non contento, però, il ragazzo ha impugnato un coltello da cucina e si è presentato a casa di sua cognata, dove ha aggredito la donna e suo marito, che alla fine non senza fatica - e non senza qualche livido - è riuscito a disarmarlo. 

L'aggressione davanti a un bimbo di tre mesi

Durante la colluttazione, stando a quanto riferito dalla Questura, un bimbo di tre mesi - figlio dei cognati dell'arrestato - è caduto a terra e, soltanto per fortuna, non ha riportato ferite gravi. Così come illeso è rimasto anche il fratellico del piccolo, un bambino un po' più grande anche lui presente al momento del caos.

Le due donne aggredite, invece, dopo essere fuggite in strada terrorizzate e aver dato l'allarme alla polizia, sono state soccorse dal 118 e portate all'ospedale San Carlo in codice verde. 

Le cicatrici e le bugie

Per il 20enne, che i poliziotti hanno trovato ancora all'interno dell'abitazione, sono scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere di San Vittore.

La sua compagna, ascoltata dagli agenti, ha poi raccontato che le violenze andavano avanti da ormai sei mesi con botte e schiaffi quasi ogni giorno. Più di una volta, ha confessato la vittima, era finita in ospedale e aveva finto di essersi fatta male da sola nascondendo la verità. Le cicatrici, però, non era riuscita a nasconderle e mercoledì ha trovato la forza di spiegare il perché di quei segni.

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