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Cronaca Loreto / Piazzale Loreto

Acqua in galleria e binari “storti”: e la metro è costretta a rallentare

I macchinisti hanno scritto una lettera alla rappresentanza sindacale per sottolineare i tanti problemi alle infrastrutture della linea verde. In alcuni punti, i treni sono costretti a viaggiare a non più di 20 chilometri orari

I problemi sono tanti e di diversa natura. Il risultato, invece, è uno soltanto: un servizio evidentemente non ottimale che crea disagi ai cittadini. 

Con una lettera indirizzata alla rappresentanza sindacale dell’azienda, e riportata dal Corriere della Sera, i macchinisti Atm hanno aperto il vaso di Pandora sulle effettive condizioni delle infrastrutture della linea verde della metropolitana di Milano. 

I guai sembrano essere davvero tanti e “ben distribuiti”. Tra Lambrate e Piola, ad esempio, vengono segnalate importanti infiltrazioni d’acqua, che si trasformano in vera e propria emergenza in zona Sant’Agostino. In quei punti, infatti, le gallerie erano state costruite quando il livello della falda era molto più basso, ma ora che la geografia del sottosuolo è cambiata, l’acqua si sta riprendendo il proprio spazio. Con la conseguenza, inevitabile, che i macchinisti sono costretti a rallentare, viaggiando al di sotto dei 35 chilometri orari. 

Finito? Neanche per sogno. Perché all’altezza di Lanza, denunciano i macchinisti, i binari hanno subito un avvallamento che li costringe a non superare addirittura i venti chilometri orari. 

Velocità ridotte, e di molto, anche nei tratti esterni della linea 2, dove i “piloti” decellerano per non incrementare l’inquinamento acustico delle zone. Qui, servirebbero barriere in grado di assorbire il rumore, ma per il momento si è scelto di ridurre la velocità. 

Atm e il Comune, insomma, potrebbero e dovrebbero intervenire presto per trovare una soluzione ai tanti problemi della M2, che da tempo ha bisogno di ristrutturazioni e interventi.

A pagare, però, sarà Palazzo Marino che fino ad ora - riporta il Corriere - aveva sospeso ogni tipo di intervento perché i lavori avrebbero allungato le frequenze: un’evenienza neanche presa in considerazione durante i sei mesi di Expo. 

Adesso, però, sono gli stessi macchinisti a chiedere di rivedere le tabelle di percorrenze. Con tutte quelle “fermate” fuori programma sembra impossibile rispettare i tempi. 
 

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