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Cronaca

"Non posso sottolineare un computer": giudice rifiuta documenti telematici

E' successo al tribunale di Busto Arsizio. Un magistrato ha ordinato di ripresentare gli allegati in cartaceo

I documenti del processo? "Dovete presentarmeli su carta, perché non posso sottolineare lo schermo del computer". Un'ordinanza che entra "a gamba tesa" sul processo civile telematico, con cui gli atti e le perizie vengono normalmente depositati con modalità informatiche al fine di snellire i costi e i tempi del processo civile in Italia. In teoria - per determinati procedimenti - tutti i tribunali lombardi si sono ormai adeguati a quella che è una normativa derivata dagli "avvertimenti" dell'Unione europea sulla proverbiale lentezza dei processi civili del nostro Paese. Più informatica uguale meno costi e meno lungaggini, almeno in astratto.

E così fa sorridere quanto accaduto al tribunale di Busto Arsizio: un magistrato ha rigettato una concessione di provvisoria esecuzione dell'ingiunzione da parte di un creditore perché questi aveva presentato la documentazione in via telematica.

«Un giudice usa sottolineare ed utilizzare brani rilevanti dei documenti nonché, questo giudice, piegare le pagine dei documenti così da averne pronta disponibilità quando riflette sulla decisione», è scritto nero su bianco (è il caso di dirlo) sull'ordinanza di rigetto. E naturalmente è meglio essere parchi sui costi delle stampe, di qui l'ordine di depositare i documenti anche in formato cartaceo. 

ordinanza busto arsizio-2

Insomma: va bene il progresso, va bene l'informatica, ma non si può rinunciare a fare le "orecchiette" alle pagine e d'altra parte non si può nemmeno "sottolineare" lo schermo di un computer, né chiedere alla cancelleria di sobbarcarsi la stampa dei documenti (forse perché, per i tagli alla spesa pubblica, è stato istituito il processo telematico, appunto). Al ricorrente non resta che ripresentare tutto stampandosi gli allegati. E buone "orecchiette" al magistrato.

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