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Cronaca Bresso / Via G. C. Clerici

Bresso, il prefetto al campo della Croce Rossa: "Va alleggerito"

Si studiano soluzioni alternative. Il responsabile di corso Monforte aggiunge: "E' un hub di prima accoglienza, serve a smistare le persone in altri luoghi"

Polemiche sulla "tendopoli" della Croce Rossa che, a Bresso, ospita profughi e migranti. E' di alcuni giorni fa la protesta da parte dei profughi stessi, che hanno manifestato contro le pessime condizioni di vita nel campo e hanno avuto scontri con la polizia. La protesta ha scatenato l'ira sia della Lega Nord (Igor Iezzi, segretario milanese del Carroccio, si sarebbe lasciato sfuggire un "foglio di via per tutti", che chiaramente non è possibile: se qualcuno chiede di essere riconosciuto profugo va fatta una certa procedura), sia dei cittadini bressesi, che dicono di non poterne più dei continui arrivi.

Già, perché al campo gli arrivi non sono cessati, nonostante una situazione emergenziale che costringe gli immigrati a dormire anche in otto per tenda, oltre al fatto che i pasti - pur forniti da un catering professionale, assicura la Croce Rossa - sono consumati spesso nelle stesse tende (la "sala" mensa non è abbastanza grande) e ad alcuni arrivano per forza freddi. 

Il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha fatto un sopralluogo e si è anche riunito con Ugo Vecchiarelli (sindaco di Bresso) e i tecnici della Croce Rossa. Il punto centrale dell'analisi di Tronca è che quello di Bresso è e deve restare un "hub" di prima accoglienza, per smistare poi profughi e migranti in altri luoghi. Quindi occorre ridurre al minimo la presenza nel campo e cercare altre soluzioni alternative per alleggerire il numero di persone accolte. 

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