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Cronaca

«Milano come Amsterdam: zone per prostituzione legale e tassata»

La proposta dei radicali ha già raccolto più di 4mila firme. Cappato: "Obbiettivo 5mila, per avere la certezza di un pronunciamento del Consiglio comunale"

Milano come Amsterdam. O qualcosa di molto simile, con zone "ad hoc" e quartieri a luci rosse "normati".

Creare zone a Milano dove le prostitute possono "esercitare liberamente la professione", infatti, pagando imposte che poi potrebbero essere reinvestite per programmi di assistenza sociale e sanitaria è una delle proposte del Partito radicale, che attraverso il comitato 'Milano radicalmente nuova' ha raccolto 4mila e 200 firme per presentare cinque delibere comunali di iniziativa popolare: regolamentare la prostituzione, ma anche stanze da iniezione, il testamento biologico, politiche antidiscriminazione e il registro delle unioni civili, già in discussione in Consiglio comunale.

"Il nostro obiettivo - ha spiegato il consigliere comunale radicale Marco Cappato - è dare regole e diritti a chi esercita la prostituzione". Per questo i promotori della delibera chiedono che il Comune di Milano "consideri la prostituzione come un'attività commerciale, organizzando spazi e orari".

"Stabilire delle zona dove la municipalità decide che è ammessa la prostituzione - ha spiegato Pia Covre, del comitato per i diritti civili delle prostitute - farebbe emergere il fenomeno dalla clandestinità, prevenendo episodi di sfruttamento e criminalità. Le zone potrebbero essere sorvegliate con discrezione - ha proseguito - e potrebbero essere applicati programmi di assistenza sociale".

L'obiettivo dei promotori è quello di raggiungere quota 5mila firme, necessarie per ottenere con certezza un pronunciamento del Consiglio comunale sulle 5 proposte entro 60 giorni. Mercoledì, dalle 12 alle 15, i radicali allestiranno un banchetto in piazza Cadorna a Milano, dove sarà possibile far autenticare il proprio testamento biologico da alcuni notai.

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