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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Cusago / Viale Europa

Guerra per lo sfruttamento della prostituzione: 14 persone arrestate

L'indagine della squadra mobile a partire da quattro aggressioni a prostitute: un tentativo di scissione all'interno di una grossa banda, ora smantellata completamente

Quattordici persone sono state arrestate per sfruttamento della prostituzione e traffico di droga dalla squadra mobile di Milano, sezione stranieri e prostituzione. Si tratta del culmine di una lunga indagine, coordinata dal pm Enrico Pavone e denominata "Toka Jone" ("Terra Mia"), concentrata sulla spartizione territoriale di bande albanesi nella gestione delle ragazze che venivano costrette alla prostituzione.

Arresti per prostituzione e droga (Squadra Mobile)

Numerose le zone controllate dall'organizzazione: viale Piceno nella città di Milano, ma anche la Binasca, la provinciale 114 (Cusago-Abbiategrasso), la Nuova Vigevanese e soprattutto il territorio di Cusago. Gli arrestati sono tredici albanesi e un italiano. Per un altro albanese, già a San Vittore per sfuttamento della prostituzione in una vicenda diversa, il gip Giulio Fanales non ha ravvisato gli estremi per la custodia cautelare. Resta però indagato.

Tutto nasce dal tentativo di scissione all'interno della banda, ordito da Eugen Pipa detto "Genti", 40enne, contro il capo del sodalizio, Erion Dhana, 39enne. Gli episodi da cui trae avvio l'indagine sono quattro intimidazioni ai danni di altrettante ragazze, a Cusago, a gennaio 2015. Sulle prime gli investigatori non comprendono le motivazioni dei gesti, anche perché sono ascrivibili, appunto, a uno dei componenti della stessa organizzazione che sfruttava quelle ragazze. Poi, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, risulta chiaro il tentativo di scissione.

Le ragazze (una ventina in tutto) fruttavano, ciascuna, in media 1.500 euro alla settimana. Rispetto allo sfruttamento "soft", ora piuttosto diffuso, che prevede la riscossione soltanto di poche centinaia di euro al mese per "occupare il posto", questa banda teneva per sé la maggior parte dei proventi, che venivano poi investiti acquistando cocaina dall'Olanda (nel corso dell'indagine ne sono stati sequestrati in tutto sette chili) o riciclando il denaro in Albania, dove è più semplice sfuggire alle maglie dei controlli della finanza.

Le aggressioni alle prostitute (minacciate con armi da fuoco, inseguite, le cui auto sono state prese a martellate) non sono state per niente digerite da Erion Dhana, che ad un certo punto ha deciso di non tollerare il tentativo di scissione e di "punire" il responsabile con messaggi chiari. Di qui le minacce ai parenti albanesi in patria e anche un colpo di pistola esploso contro un'autovettura in zona Lorenteggio riconducibile ad un sodale dello scissionista.

Il messaggio è stato perfettamente compreso dal destinatario, riferiscono gli investigatori della squadra mobile, e da quel momento il tentativo di scissione è caduto nel vuoto. Non così l'indagine, che ha portato agli arresti.

Sulla Nuova Vigevanese, di recente è stata data notizia del gruppo criminale smantellato, anch'esso composto in prevalenza da albanesi, che riscuoteva fino a 350 euro alla settimana alle ragazze che si prostituivano come "tassa di occupazione" del suolo. 

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