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Prostituzione: la zona 2 approva lo "zoning"

Favorevole il centrosinistra ma anche il movimento di estrema destra Sovranità, che in zona 2 ha due consiglieri. Contrari Lega, Forza Italia e un esponente del Pd

La zona 2 di Milano potrebbe diventare "apripista" per un nuovo approccio sulla prostituzione, il cosiddetto "zoning", cioè la creazione di un'area ristretta in cui l'attività di prostituzione è tollerata maggiormente. Una mozione in tal senso è stata votata su proposta di Yuri Guaiana, esponente radicale e vicepresidente del consiglio di zona. 

In 14 hanno votato a favore, dal Pd a Sel, da Sovranità ai Verdi al gruppo misto. Otto i contrari, tra cui Lega, Forza Italia e un consigliere del Partito democratico. Infine in tre si sono astenuti. "Il consiglio di zona 2 offre alla giunta un metodo di governo del fenomeno del lavoro sessuale su strada che prenda in considerazione le richieste di tutti i soggetti interessati", dichiara Guaiana: "Dai cittadini, che desiderano il rispetto del decoro e della quiete pubblica, alle lavoratrici e i lavoratori del sesso, che hanno diritto a svolgere la loro attività in condizioni dignitose".

Secondo Guaiana, la mozione si rifà all'esempio di Mestre, "che ha avuto successo portando anche a una riduzione del numero di persone che offrono servizi sessuali su strada". In consiglio comunale è già depositata un'analoga mozione del radicale Marco Cappato.

Leggendo la mozione si colgono tutte le cautele di chi l'ha scritta per evitare che l'operazione possa essere strumentalizzata e possa essere un provvedimento superficiale. Si cura la parte di analisi del territorio e di tutti i soggetti coinvolti, compresi i cittadini, con tanto di regole "condivise" per gestire la cosiddetta "zona informale". Tutte cautele che però non bastano ad avviare una fortissima contestazione da parte di Silvia Sardone di Forza Italia, secondo cui "si tratta di veri e propri quartieri con le prostitute in massa sotto casa". Per Forza Italia, la prima preoccupazione è che i luoghi scelti "siano come al solito periferici". La seconda è che si tratta di un reato, quello di favoreggiamento, che per la corte di cassazione è "una qualunque attività idonea a procurare favorevoli condizioni per l'esercizio della prostituzione". Anche se questa è solo l'opinione del prefetto di Roma, in base a cui stoppò un'analoga sperimentazione nella capitale.

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