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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Banca Mb, lavoratori in presidio contro i licenziamenti

Chiesto un intervento diretto della Banca d'Italia per salvare i posti di lavoro. E da Parma altri possibili guai: la società locale di trasporti rischia di non ottenere più i 7,5 milioni investiti in Banca Mb

presidio_lavoratoriPausa pranzo in presidio per i lavoratori di Banca MB, questa mattina a Milano, a difesa del posto di lavoro. Gli amministratori straordinari hanno infatti avviato la procedura di licenziamento per 112 lavoratori (tra quadri e impiegati) per cessazione dell’attività. Un triste epilogo per la merchant bank nata nel 2006 dall’integrazione con NovaGest Sim di Fabio Arpe.

Arpe, primo amministratore delegato, nel 2007 aveva fatto posto a Mario Aramini, ex UniCredit, e Fabrizio Sartirano, ma il 10 luglio 2009 era arrivato il commissariamento su ordine della Banca d’Italia dopo alcune ispezioni che avevano evidenziato un grave rischio di liquidità e l’apparente anomalia dell’aumento di capitale di 70 milioni di euro del 2008, e dopo una perdita, nello stesso anno, di 6,6 milioni di euro.

Alberto Ceci, della Rsa per conto di Fisac-Cgil, spiega a MilanoToday: “Non sappiamo se c’è possibilità di salvare la banca, ci interessa soprattutto salvare i posti di lavoro. Chiediamo alla Banca d’Italia di intervenire direttamente per attivare i fondi emergenziali a cui, come lavoratori, abbiamo contribuito”. E sui crediti che Banca MB potrebbe vantare: “UniCredit s’era interessata ad acquisirli, ma poi non se n’è fatto niente, probabilmente perché i 430 milioni di euro dichiarati non sono tutti facilmente riscuotibili, e poi perché molti clienti di Banca MB sono già, per altri motivi, clienti di UniCredit”.

E continua: “Si tratta di una situazione difficile, qui lavorano molti giovani professionisti capaci che però fanno fatica a tenere i clienti giustamente spaventati da una situazione in amministrazione straordinaria senza evoluzioni da 16 mesi”.

Eros Lanzoni, segretario milanese di Fiba-Cisl, aggiunge: “In teoria i fondi emergenziali sono due: il prepensionamento anticipato, che qui non èpresidio possibile perché i lavoratori sono piuttosto giovani, e lo stipendio all’80% per 24 mesi. Anche questo non è possibile al momento, perché l’azienda deve finanziarlo al 50% ma non è in grado perché manca di liquidità”.

E sulle possibili vie d’uscita “la Banca d’Italia potrebbe mettere in liquidazione Banca MB, ma non lo fa perché potrebbe provocare reazioni a catena su tutto il sistema. Potrebbe però, e finora non ha risposto in merito, intervenire al posto dell’azienda per finanziare lo stipendio all’80% per 24 mesi”.

Nonostante la settimana scorsa sia arrivato sul tavolo dei commissari l’interessamento di L a Centrale Finanziaria Generale, gruppo finanziario presieduto da Giancarlo Elia Valori, è al momento improbabile che un soggetto esterno possa acquisire Banca MB e salvarla. E domattina, in azienda, è prevista un’assemblea dei dipendenti per decidere come proseguire la lotta.

Intanto da Parma arrivano possibili echi giudiziari. La società locale di trasporti, Tep, allora presieduta da Tiziano Mauro (che s’è dimesso in questi giorni), nel 2009 aveva versato 8,5 milioni di euro a breve termine presso Banca Mb, ma non era riuscita a ottenere il rientro di quasi tutto il denaro investito.

La bufera più pesante è però verso Andrea Costa, presidente di Stt, la Società di Trasformazione del Territorio istituita nel 2009 dal Comune di Parma per razionalizzare la regia delle municipalizzate che erogano i servizi comunali. E’ emerso che Costa sia socio di Banca Mb attraverso una società di cui ha 3 milioni di euro di quota, e la magistratura parmigiana sta indagando su un presunto prestito milionario che Costa si sarebbe fatto concedere proprio da Banca Mb. Nel frattempo il Comune ha nominato un direttore da affiancare a Costa dimezzandone di fatto il ruolo in Stt.

L’opposizione però non ci sta. Giorgio Pagliari, capogruppo Pd al Comune di Parma, dichiara a MilanoToday: “Il sindaco Vignali ha dimostrato una sconcertante mancanza di decisione nel chiedere ragione di quanto emerso ai responsabili di Tep e Stt, ha dichiarato di non essere stato al corrente dei dettagli quando i giornali parlavano delle perdite di Banca MB”.

Continua Pagliari: “A monte di tutto,  è incomprensibile che la società dei trasporti abbia investito milioni di euro in una banca che perdeva soldi, era in amministrazione straordinaria e aveva avuto ispezioni. Ora c’è da sperare nel miracolo di salvataggio di Banca MB, altrimenti è denaro perso che potrebbe generare una crisi nei trasporti di Parma. La Tep si è infatti già indebitata con banche locali e sono a rischio i posti di lavoro”.

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