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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Indagine sul racket del doping: affare da oltre 1 milione, coinvolte anche palestre di Milano

Indagati dipendenti di ospedali, farmacisti, gestori di palestre e bodybuilder: in tutto 25

Venticinque indagati, e quattro di questi con misure cautelari, un giro d'affari di oltre 1 milione e mezzo di euro, il coinvolgimento di ospedali, farmacie e palestre in provincia di Brescia, Lodi e Milano: sono questi i “numeri” della maxi-inchiesta sulla “truffa del doping”, indagine conclusasi nel 2015 e che prosegue il suo iter giudiziario: 12 dei 25 indagati hanno scelto riti alternativi (abbreviati), 13 di loro invece sono stati chiamati dal tribunale di Brescia, sentiti in udienza lunedì e poi nuovamente chiamati al processo per le prossime udienze, a luglio e settembre.

Il racket degli anabolizzanti anche a Milano

Secondo l'accusa gli indagati avrebbero costruito una rete di distribuzione di farmaci dopanti e anabolizzanti che poi sarebbero stati venduti in varie palestre nelle tre province coinvolte. Funzionava più o meno così: i dipendenti di alcune cliniche e ospedali si “fregavano” le ricette in bianco già timbrate dai medici, e poi le compilavano a servizio di intermediari che poi le portavano in farmacia per ritirare la “merce”.

Anche i farmacisti stavano al gioco, distribuendo appunto le pillole e le fiale: le ricette erano intestate a ignari pazienti che avrebbero dovuto beneficiare degli sconti e delle esenzioni previste dal Sistema sanitario nazionale. Una volta acquistati i farmaci, gli stessi sarebbero stati infine rivenduti nel “giro” delle palestre.

Truffa ai danni dello Stato

Nel lungo elenco delle persone coinvolte non mancano dunque i dipendenti degli ospedali, farmacisti, gestori di palestre e bodybuilder, oltre ovviamente a intermediari e prestanome. Sono accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, ricettazione, falso, vendita di farmaci imperfetti e vendita di materiale dopante.

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