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Cronaca Baggio / Via Zurigo

Finge un malore e riesce a fuggire dal carcere: è caccia ad un 15enne

E' evaso H.N., nomade di 15 anni, detenuto per furto e rapine. Il ragazzo apparteneva alla stessa sezione detentiva da cui era evaso il primo detenuto minorenne e simili sono state le condizioni

Ancora un'evasione nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. Questa volta, un ragazzino rom di 15 anni è riuscito a scappare proprio il giorno di Capodanno.

A darne notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). Dopo aver finto un malore durante l'ora d'aria, avrebbe approfittato della complicità degli altri detenuti che hanno finto di prestargli un primo soccorso, e sarebbe stato aiutato a scavalcare il muro di cinta di 9 metri.

“Questa è un’evasione annunciata”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Avevamo denunciato le troppe criticità del carcere minorile Beccaria che avevano inciso, seppur indirettamente, sulla precedente evasione e il non aver assunto alcun provvedimento concreto ha favorito un nuovo grave episodio di analogo tenore".

E' evaso H.N., nomade di 15 anni, detenuto per furto e rapine. Il ragazzo apparteneva alla stessa sezione detentiva da cui era evaso il primo detenuto minorenne (arrestato a Vigevano) e simili sono state le condizioni.

“Va ribadito con forza - aggiunge Capece - che le carceri, per minori e per adulti, sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più clamorosamente fallimentari e sbagliati”.

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