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Cronaca Nerviano / Via Milano

"Faccio ricerca e devo lasciare l'Italia": la storia di uno scienziato milanese

Massimiliano è un ricercatore del Nerviano Medical Sciences che per assicurare un futuro alla sua famiglia ha deciso di lasciare l'Italia perché in Italia il suo lavoro non ha un valore

Una laurea in ingegneria informatica con indirizzo biomedico, successivamente un dottorato di ricerca in bioingegneria e bioinformatica. Specializzazioni prestigiose, ma che in Italia non gli permettono di assicurare un futuro alla sua famiglia. È la storia di Massimiliano Germani, ricercatore del Nerviano Medical Sciences, che ha deciso di abbandonare l'Italia per fare della ricerca un lavoro remunerato. Massimiliano, dal primo di marzo, non lavorerà più a Nerviano: lascerà l'Italia. Destinazione Belgio, dove la ricerca ha un valore.

Una scelta difficile: "La fatica di questa decisione ha riguardato innanzitutto la mia famiglia che non potrò più vivere la sera tornando dal lavoro". Massimiliano è sposato con Francesca, anche lei ricercatrice del polo nervianese. Insieme hanno avuto due bambini: Federico e Beatrice. Due bimbi piccoli che hanno rispettivamente tre anni e sette mesi. "Dal canto mio cercherò di pianificare di tornare spesso e non far mancare loro l'affetto di un marito e di un padre", ci confessa.

Massimiliano non usa mezzi termini per definire il suo lavoro: "Il ricercatore è un povero fallito e allo stesso tempo è un incredibile romantico. Sin da piccolo se qualcuno mi chiedeva che cosa avessi voluto fare da grande, gli rispondevo 'Lo scienziato'. Ma da bambino si immaginano tute spaziali, astronavi, voli extraplanetari, pozioni magiche e super poteri. Niente di tutto questo. La ricerca è innanzitutto un fallimento e il ricercatore non è un supereroe — racconta amaramente Massimiliano —. La percentuale di successo (trovare un nuovo farmaco, più efficace o solo con meno effetti collaterali rispetto ad uno già in uso) è inferiore al 10% e il bravo ricercatore si misura anche sulla capacità e prontezza nel rialzarsi per ricominciare con la stessa passione della prima volta, sulla velocità nel farlo e sulla capacità di raccogliere ciò che di buono viene fuori da un fiasco".

Impossibile vivere con i soldi della ricerca Italiana: "Oggi la ricerca non mi consente che di sopravvivere. Gli amici, i familiari che un giorno mi tenevano sopra il palmo di una mano senza nemmeno sapere nel dettaglio di cosa mi occupavo, oggi, di fronte alle difficoltà del centro di Nerviano, disegnano sul loro volto espressioni di commiserazione più che di stima", prosegue Massimiliano.

Il ricercatore del Nerviano Medical Sciences usa dure parole per definire la ricerca nel 'Belpaese': "La ricerca italiana che spesso e volentieri diventa un cavallo di battaglia su cui costruire l’ennesima speculazione politica è alla deriva verso un approdo ancora ignoto. Naufraga per scarsa concretezza, per mancanza di investimenti intelligenti e per mancanza di idee. Viene da credere che il giorno in cui troverà la sua isola fatta di idee concrete e di prospettiva, sarà così dimessa e dismessa da non consentire più il definirla 'Ricerca'. Alla nostra cara Italia rimarrà la possibilità di riempirsi la bocca con cognomi italiani di persone che hanno avuto maggior fortuna all’estero…ma non rimarrà che questo, come se fosse sufficiente — conclude Massimiliano — per assolvere politici e imprenditori salvandoli dalla vergogna di averci condotto verso il baratro".

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