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Cronaca

Traffico di droga e esseri umani con il metodo "Hawala": arrestate tredici persone a Milano

L'indagine era iniziata per terrorismo: oltre cento finanzieri in campo per arrestare la "banda"

Riciclavano i proventi del traffico di droga e di esseri umani attraverso il sistema della hawala, un metodo informale di trasferimento di fondi che si basa sulla fiducia tra gli intermediari e bypassa completamente i canali bancari. Peccato che, ovviamente, manchi del tutto delle necessarie autorizzazioni. Tredici persone sono finite in carcere in seguito alle indagini effettuate dalla guardia di finanza di Milano e coordinate dal pm Alberto Nobili e dal sostituto procuratore Adriano Scudieri.

Diverse perquisizioni (in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Ungheria) hanno portato a sequestrare circa un milione di euro in diverse valute, mentre il reato di riciclaggio ha portato (secondo le indagini) a sfiorare i quattro milioni di euro di profitti.

Tutto è partito quando è stata esaminata (a maggio del 2015) la dichiarazione doganale presentata da un cittadino libico in ingresso in Italia, che aveva con sé 297 mila euro in contanti. Lo stesso uomo aveva portato un totale di 50 milioni di euro in tre anni in Italia e anche in Germania, Francia e Olanda. Con sé, fra l'altro, a Linate aveva anche video e fotografie dal contenuto religioso radicale.

Il libico è stato "radiografato" e si è capito che fosse in collegamento con una organizzazione (con base a Milano e ramificazioni in Marocco, Egitto, Libia e Ungheria) specializzata nel trasferire soldi illeciti con la hawala, avvalendosi di "broker" presenti sul territorio a cui ci si poteva recare per "ritirare" i fondi. Che venivano fisicamente trasportati da persone addette a questo scopo.

I tredici arrestati sono H.D.M. Ahmed, egiziano del 1953, M. Alshakka, siriano del 1973, S. Bazkka, siriano del 1965, A. Bazkka, siriano del 1991, M. Bazkka, siriano del 1996, S. El Shazly, egiziano del 1985, I. El Shazly, egiziano del 1986, M.A.A. El Ghorab, egiziano del 1977, A. Hakim, marocchino del 1966, R. Haidara, marocchino del 1978, I.A.A.M. Ibrahim, egiziano del 1970, M.A. Ibrahim Mettwli, egiziano del 1957, M. Trad, siriana del 1985, unica donna del gruppo.

Sono tutti indagati per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e attività abusiva di prestazione di servizi a pagamento, aggravati dalla transnazionalità. Durante l'operazione è stato anche fermato un siriano a Venezia: si tratta di S. Kekati, del 1958, indagato per concorso in riciclaggio e servizi a pagamento abusivi.

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