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Cronaca

La regione Lombardia contro Formigoni: chiesti 5,6 milioni di euro all’ex governatore

La richiesta è stata presentata dall'avvocato Domenico Aiello, legale che rappresenta il Pirellone nel processo sullo scandalo Maugeri, per il quale Formigoni rischia nove anni

Pirellone contro Pirellone. Governatore contro ex governatore. E’ partita la sfida fratricida a palazzo Lombardia, con l’attuale numero 1 lombardo, Roberto Maroni, che ha chiesto un maxi risarcimento all’ex collega Roberto Formigoni.  

La regione, infatti, ha presentato una richiesta di risarcimento di 5,6 milioni di euro a Formigoni, vero protagonista della vicenda Fondazione Maugeri. La richiesta di provvisionale - una sorta di acconto immediatamente esecutivo, in attesa che un tribunale civile quantifichi l'esatta entità del risarcimento - è stata formalizzata da Domenico Aiello, legale di parte civile che rappresenta il Pirellone nell'aula del processo che vede imputati Formigoni e altre nove persone con le accuse di associazione a delinquere e corruzioni. 

Secondo il legale, "se c'è stato un accordo corruttivo, immediatamente deve essersi una pronuncia di risarcimento danni a favore della regione Lombardia”. 

Stando all'accusa ipotizzata dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore, che hanno chiesto nove anni di carcere per Formigoni, l’ex governatore lombardo avrebbe favorito la Fondazione Maugeri di Pavia e l'ospedale San Raffaele di Milano con duecento milioni di euro di rimborsi per prestazioni sanitarie non tariffabili grazie ad alcune delibere approvate ad hoc dalla giunta regionale lombarda. Dalle casse dei due ospedali sarebbero poi spariti circa settanta milioni di euro - precisamente sessantuno dalla Maugeri e nove dal San Raffaele - con la complicità di altri due imputati particolarmente vicini all'ex governatore: il faccendiere Pierangelo Daccò - già condannato a nove anni per il crac del San Raffaele - e l'ex assessore alla sanità Antonio Simone.

Soldi in parte serviti, sempre secondo l'accusa, a ricompensare lo stesso Formigoni con vacanze di lusso ai Caraibi, cene in ristoranti stellati, yacht messi a sua completa disposizione, finanziamenti per meeting di Comunione e liberazione e altri "benefit" per un valore complessivo di otto milioni di euro. 

"Queste condotte - ha detto l'avvocato Aiello in aula - hanno provocato un danno di immagine per il sistema sanitario della regione Lombardia che comunque era e resta un eccellenza". Secondo il legale, sul sistema corruttivo "ci sono riscontri processuali" come alcune sentenze di patteggiamento e la condanna di Pierangelo Daccò per la bancarotta del San Raffaele.

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