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Cronaca

Ruby in tribunale a Milano: "Ci davano buste coi soldi"

"Pensavo di dover andare all'Hollywood" sulla prima serata. E poi: "Sempre buste con soldi". La deposizione della marocchina

Per la prima volta Ruby viene sentita dai giudici di Milano, nel corso del processo a carico di Emilio Fede, ex direttore del Tg4, Lele Mora (ex agente dei vip) e Nicole Minetti, ex consigliere regionale del Pdl. Ai giudici, nel corso della sua deposizione, la giovane marocchina ha affermato di avere raccontato di essere "parente di Mubarak" e figlia di una cantante di origini brasiliane-egiziane durante la prima delle sue serate ad Arcore.

Ruby pensava di dover andare all'Hollywood ma "davanti alla villa - ha spiegato - mi è stato detto che era la villa del presidente del consiglio. Ero sorpresa, non mi sembrava vero. Lui si è presentato all'ingresso e io mi sono presentata con il nome di Ruby". Secondo la sua deposizione, quella sera (il 14 febbraio 2010) Ruby partì da viale Monza con un'auto "che aveva mandato Lele Mora" e arrivò a Palazzo dei Cigni, dove salì Emilio Fede ("che io avevo visto al concorso di bellezza in Sicilia e avevo rivisto in un ristorante di corso Garibaldi). E ha specificato che Fede non sembrava ricordarsi di lei.

Al termine della serata, Berlusconi le diede una busta con 2-3mila euro e poi, il giorno dopo, la chiamò al telefono e le chiese "se mi faceva piacere il suo aiuto", stando alle parole della ragazza, e l'avrebbe poi re-invitata ad Arcore per il weekend successivo: al termine della seconda festa ad Arcore, Ruby ha poi raccontato di essersi trattenuta a dormire a casa di Silvio Berlusconi in una stanza solo per lei, e di avere lasciato la dimora nel pomeriggio del giorno seguente, dopo pranzo.

"Mi ha sempre dato una busta con dei soldi e sempre in banconote da 500 euro", ha aggiunto la giovane riferendosi alle serate ad Arcore a cui ha partecipato: "Cinque, sei o sette volte. Le date non me le ricordo". A domanda diretta, Ruby ha confermato di avere il numero di Berlusconi: "Mi invitava lui, ogni tanto telefonavo io per sapere se c'era la cena". Nel corso della deposizione, inoltre, ha anche affermato di aver ricevuto una busta con 30mila euro da parte di Giuseppe Spinelli, 'ragioniere' di Arcore. Stando al suo racconto, sarebbero serviti per aprire un centro estetico: "E' sempre stato il mio sogno".

I giudici hanno poi chiesto come si svolgevano le serate. "Non ho mai visto contatti fisici tra Berlusconi e le ragazze", ha risposto Ruby, pur ammettendo che queste ultime "si avvicinavano in modo sensuale mentre facevano i loro balletti". Ha poi raccontato dei travestimenti: Nicole Minetti vestita da suora "che, a un certo punto, mentre ballava, si è tolta i vestiti ed è rimasta in biancheria intima", e Marystelle Polanco travestita da Obama e da Ilda Boccassini. Ma anche altre ragazze, vestite da dottoresse o infermiere.

Quanto alla "sala del bunga-bunga", secondo il racconto di Ruby era derivato da una barzelletta raccontata da Berlusconi. E nella sala anche un palo per la lap-dance.

Poi Ruby ha parlato del suo arrivo a Milano e della sua età. Arrivò nel capoluogo meneghino nel 2009, si recò in viale Monza dove aveva sede l'agenzia di Lele Mora sperando di lavorare nello spettacolo o nella moda, e come generalità fornì il nome Ruby ("Lo avevo preso da una telenovela") e il cognome di una cantante. Dichiarò di avere 19 anni. E ha smentito di aver mai fatto la prostituta nonostante alcune intercettazioni telefoniche facciano pensare il contrario: "Erano cavolate - ha detto - non ero normale in quel periodo".

Parlando della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 che Ruby trascorse in questura, dopo il fermo con l'accusa di furto e la presunta telefonata di Berlusconi, la giovane ha spiegato che arrivarono Nicole Minetti, Michelle Conceicao e Miriam Loddo. La Conceicao, in particolare, le avrebbe detto "non ti preoccupare, faremo di tutto per non farti tornare in comunità". Ruby fu poi rilasciata alla custodia di Nicole Minetti, che all'epoca era consigliera regionale del Pdl.

Ruby, a questo proposito, in tribunale ha affermato di non essere a conoscenza dei retroscena. "Non so - ha spiegato - se ero affidata a Nicole o a Michelle". Ha anche detto di avere dichiarato, in questura, la sua vera età ma di non ricordarsi che generalità aveva lasciato. Subito dopo avere lasciato i locali della questura, ha parlato con Silvio Berlusconi. "Era arrabbiato", ha spiegato la giovane, e le chiese "perché avevo detto tutte quelle cavolate".

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