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Cronaca

Beppe Sala indagato nell’inchiesta su Expo

Il sindaco di Milano comparirebbe tra i nuovi indagati nell'inchiesta sulla "Piastra dei Servizi"

Beppe Sala è indagato nell’inchiesta della Procura generale di Milano sulla “Piastra dei servizi di Expo”, la più grande gara d'appalto dell'Esposizione Universale milanese vinta nel 2012 dalla società di costruzione veneta Mantovani con un'offerta da 149 milioni di euro, il 42% in meno rispetto alla base d'asta pari a 272 milioni.

Lo stesso primo cittadino, giovedì sera, ha deciso di "autosospendersi" dalla carica di sindaco. "Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo - si legge in una nota ufficiale del comune -. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di Sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina - venerdì - nelle mani del Prefetto di Milano".

Il nome dell’ex commissario unico e amministratore delegato di Expo, attuale sindaco di Milano, sarebbe tra i nuovi indagati che avevano convinto il sostituto procuratore Felice Isnardi a chiedere una proroga di sei mesi delle indagini al gip per ulteriori e necessari “approfondimenti” e “audizioni”. 

Le ipotesi di reato per Beppe Sala sarebbero falso ideologico e falso materiale. L'altro nuovo iscritto nel registro degli indagati sarebbe il legale rappresentante del gruppo Pizzarotti, accusato di tentata turbativa d'asta.

Nei libri della Procura generale - nell'ambito della stessa inchiesta - sono già iscritti l'ex amministratore delegato del gruppo Mantovani, Pier Giorgio Baita - già finito in carcere nel 2013 nell'ambito dell'inchiesta sul Mose di Venezia -, l'ex manager di Expo Angelo Paris - pure lui già arrestato nel filone di inchiesta sulla cosiddetta "cupola degli appalti" di Expo -, l'ex sub commissario di Expo Antonio Acerbo - finito ai domiciliari per l'appalto sulle "Vie d'acqua" - e i due imprenditori Erasmo e Ottaviano Cinque.

Il 2 dicembre scorso, proprio su ordine della Procura generale, i finanzieri del Nucleo tributario avevano effettuato un blitz nella sede milanese di Expo di via Meravigli. 

L'obiettivo del procuratore, che sta indagano per corruzione e turbativa d'asta, è vederci chiaro su un appalto i cui conti non tornano. 

Secondo l’indagine, infatti, il prezzo con il quale l'appalto era stato assegnato alla Mantovani sarebbe stato assolutamente fuori mercato. 

Stando al fascicolo degli investigatori del Nucleo di polizia tributaria - proprio quelle carte hanno dato il la all’inchiesta -, l’assegnazione dell’appalto sarebbe stata condizionata dalla necessità di iniziare e finire i lavori in tempo utile per il 1 maggio, data di inizio di Expo. Per questo, sempre secondo chi indaga, non tutte le procedure sarebbero state rispettate. 

Ed è proprio qui che si inserirebbero le responsabilità dell’ex amministratore delegato di Expo, Beppe Sala, che - secondo il rapporto della Gdf - non avrebbe tenuto un comportamento “irreprensibile e lineare". 
 

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