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Cronaca

Soldi arabi alla Scala, Salvini: "La preferirei libera. Se fossero gli svizzeri non avremmo problemi”

E' quanto ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La vicenda

“Il sindaco di Milano ha diverse versioni, speriamo arrivi ad una versione finale. Io preferirei che la Scala fosse libera e indipendente, non dico sovrana perchè poi fate il titolo sulla Scala sovranista, e che non ci fossero alcune presenze”.

E' quanto ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa dopo il Consiglio federale della Lega, rispondendo a una domanda sul possibile investimento dell’Arabia Saudita nel teatro La Scala di Milano. “Non mi intrometto nelle decisioni del Cda, ho solo espresso un’opinione. Mettiamola così: se gli svizzeri volessero investire sulla Scala non avremmo problemi”.

La vicenda: soldi dell'Arabia Saudita al Teatro alla Scala

Rischia di saltare il finanziamento di 15 milioni di euro in tranche da 5 milioni all'anno dei sauditi al Teatro alla Scala (e il conseguente ingresso nel consiglio d'amministrazione della Fondazione). Il sovrintendente in scadenza Alexander Pereira ha "rotto" la consegna del silenzio, anche perché sta "contando" amici e nemici in vista della (improbabile) riconferma. Dietro il palcoscenico, insomma, si sta consumando una lotta di potere che sicuramente non fa bene al Teatro, sauditi o non sauditi.

La mossa di Pereira di parlare è apertamente contro il sindaco di Milano Beppe Sala, che di diritto è anche presidente del consiglio d'amministrazione, e potrebbe peggiorare ulteriormente la sua situazione. Anche perché Sala (raccontano i bene informati) sarebbe letteralmente furioso con lui. 

Parlare troppo, in questi casi, non fa bene. Certi accordi vivono sul riserbo, mentre il troppo dire li fa naufragare. E il sindaco è preoccupato che, alla fine, salti tutto. Il sovrintendente (bisogna dirlo, non senza ragione) aveva spiegato che, se quei 15 milioni non arriveranno a Milano, arriveranno da qualche altra parte. L'Arabia Saudita è impegnata nel maquillage, con un piano di sviluppo che guarda al 2030 puntando molto su cultura e turismo. 

Sauditi in cda Scala: il sindaco aveva ordinato il silenzio

La rabbia fredda del sindaco Beppe Sala contro il sovrintendente della Scala Alexander Pereira. 'Reo' di aver parlato del dossier finanziamenti arabi quando l'ordine di scuderia era il silenzio, dicendo tra l'altro che "è stata la Lega a portare i Sauditi dentro la Scala, qualcuno vuole farmi fuori". Parole che, oltre a incrinare ulteriormente i rapporti con il sindaco, che del cda della Scala è presidente, mettono a serio rischio, se non mettono una pietra tombale, la finalizzazione dell'accordo da 15 milioni di euro in tre anni nelle casse del Piermarini. Lo dice chiaro, Sala: "Certo è, per come si stanno mettendo le cose, ritengo non semplice, dal punto di vista politico, la finalizzazione dell'accordo".

La partita dei soci sauditi: il commento di Sala | Video

Il "divieto" di parlare, Sala lo aveva formalizzato con una lettera a tutti i membri del consiglio d'amministrazione, nel quale ovviamente siede anche Pereira, fino al 18 marzo, quando è convocata una riunione straordinaria. Passa quasi in secondo piano l'aperta citazione della Lega come forza politica da cui sarebbe arrivato il "la" per l'ingresso dei sauditi. 

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