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Cronaca Sedriano / Via Roma

Imputato per corruzione, chiede ricco risarcimento ai giornalisti

Scalambra chiede 150mila euro di risarcimento al direttore direttore del settimanale Libera Stampa l'Altomilanese, al comitato Professionisti Liberi e alla giornalista Ester Castano. La cronista: "Grottesco, guadagno 1.200 euro l'anno"

Un risarcimento a sei cifre, 150mila euro. Questo è quanto chiede Marco Scalambra, imputato per “corruzione per promessa” nell’ambito dell’operazione “grillo parlante”, al direttore del settimanale Libera Stampa l’Altomilanese, al comitato Professionisti Liberi e alla giornalista Ester Castano.

Tutto è iniziato lo scorso 16 febbraio quando sul sito web Professionistiliberi.it è stato pubblicato un articolo dal titolo “La mafia trova un medico”. Nello scritto è stata data la notizia del rinvio a giudizio di Eugenio Costantino, l’ex sindaco di Sedriano Alfredo Celeste e del medico Marco Scalambra. Non solo: nel testo — che altro non è che una lettera aperta che sarebbe stata inviata all’ordine dei medici di Milano e per copia conoscenza anche al Ministero della Salute, Commissione nazionale antimafia, Procura della Repubblica di Milano, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici — i ProfessionistiLiberi si domandavano quali iniziative fossero state intraprese in sede disciplinare dall’ordine dei medici nei confronti di Marco Scalambra. Per dovere di cronaca: per il momento l’ordine dei medici non ha preso alcun provvedimento nei confronti di Scalambra. Questo perché l’organismo prima di avviare provvedimenti disciplinari nei confronti dei membri attende l’emissione della condanna definitiva.

Venerdì 21 febbraio Libera Stampa l’Altomilanese ha pubblicato un articolo intitolato “I medici contro Scalambra: servono sanzioni”, firmato dalla giornalista Ester Castano. Nell’articolo veniva ripreso l’argomento della lettera aperta. Tuttavia, secondo il legale di Scalambra, l’articolo farebbe «falsamente presumere l’esistenza di una presa di posizione dell’Ordine dei Medici e da Colleghi medici (magari di Sedriano) nei confronti del dott. Marco Scalambra e l’esistenza di un coinvolgimento di tipo mafioso del mio assistito nella vicenda giudiziaria che lo vede, in realtà, come imputato solo per “corruzzione per promessa».

Nessuna querela. Per il momento il legale di Marco Scalambra ha invitato i tre coinvolti a «prendere contatti col mio studio di Magenta al fine di verificare la possibilità di addivenire una transazione risarcitoria bonaria della vertenza. Diversamente verrà dato corso all’azione giudiziaria senza altro preavviso».

«Lo scorso anno ho guadagnato 1.200 euro — ha commentato la giornalista, contattata telefonicamente da MilanoToday —. Ora me ne chiedono 150mila e mi sembra grottesco. Penso che questa sia una querela pretestuosa, spero che l’ordine dei giornalisti approvi una riforma che tuteli i giornalisti querelati. Sarebbe ora — ha proseguito la giovane cronista — che si faccia come si fa negli altri stati europei in cui il querelato possa chiedere al querelante, in caso di querele pretestuose, di essere risarcito con la stessa somma che gli si chiede».

«Deciderà il nostro amministratore assieme ai nostri editori — risponde il direttore di Libera Stampa l’Altomilanese alla domanda “Cosa farà nel caso fosse condannato a risarcire Scalambra?” —. Ciò premesso — conclude Mattioni — non credo che il giornale sia colpevole di nulla, essendosi limitato a pubblicare una notizia di indubbia rilevanza pubblica».

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