Tifoso morto durante gli scontri prima di Inter-Napoli: ecco le armi utilizzate per l'agguato
Nel giardinetti di via Fratelli Zoia abbandonati fumogeni, una roncola e un martello
Una sorta di campo di battaglia, tra fumogeni, cocci di vetro e armi, vere e proprie armi. Si presentava così giovedì mattina il parchetto tra via Fratelli Zoia e via Novara, teatro mercoledì sera degli scontri tra tifosi di Inter e Napoli poi costati la vita a Daniele Belardinelli, il 35enne morto investito da un suv durante i tafferugli.
Scontri prima di Inter-Napoli, un morto | Video
In mattinata, come mostrato dalle telecamere di Skytg24, nell'area verde erano ancora visibili i segni della battaglia, tanto che sul presto sono a lungo rimasti un martello e una roncola, con ogni probabilità usati dagli ultras nerazzurri per compiere un agguato ai rivali napoletani.
Il nuovo video amatoriale degli scontri a Milano
Stando a quanto finora accertato dalla Questura, infatti, cento di tifosi di casa - con i gemellati di Varese e Nizza - verso le 19.30 avrebbero aggredito i partenopei che stavano arrivando allo stadio a bordo di minivan e senza scorta. Dopo lo scontro fisico, molto violento, Belardinelli - capo ultrà della curva del Varese - è stato travolto da un Suv, il cui conducente è al momento ricercato.
Portato al San Carlo e operato d'urgenza, il 35enne è stato dichiarato morto all'alba di giovedì. In quelle stesse ora, la polizia ha arrestato tre ultras dell'Inter che - stando agli accertamenti - avrebbero preso parte all'agguato e ai successivi scontri.
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