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Cronaca

Se il giudice delle separazioni "preferisce" la scuola pubblica

I genitori separati non si mettevano d'accordo: continuare a far frequentare la scuola cattolica o no? Il giudice: "Non esiste un 'diritto' allo stesso livello di benessere di prima"

La scuola pubblica è una scelta «maggiormente neutra» rispetto alla scuola privata cattolica, perché quest'ultima potrebbe «orientare il minore verso determinate scelte educative». Lo ha stabilito un giudice di Milano, chiamato a dirimere la controversia tra due genitori separati sulla scuola da far frequentare ai figli, che hanno 9 e 12 anni.

Entarmbi frequentavano scuole cattoliche: poi la separazione e le conseguenti difficoltà economiche, tali per cui il padre preferiva che cambiassero e andassero in scuole pubbliche, mentre la madre propendeva per la continuità educativa pur con i necessari sacrifici. 

Due i punti principali richiamati dal giudice Paola Ortolan nel decidere a favore della scuola pubblica. Il primo: non è possibile affermare che frequentare un istituto privato corrisponda a quel «preminente interesse del minore» che i giudici devono seguire, come criterio fondamentale, nelle decisioni che riguardano le coppie separate con figli. Perché questo sarebbe come dire che, in assoluto, la scuola privata cattolica «è mgliore» di quella pubblica.

Il secondo punto riguarda il livello di benessere, che evidentemente non si può pretendere sia il medesimo di prima, quando la coppia genitoriale era unita. Tale pretesa è - secondo le parole di Paola Ortolan - «un 'diritto immaginario' che non trova tutela nell'ordinamento». Di qui la scelta verso la scuola pubblica, sempre che non vi siano «evidenti controindicazioni» che, nel caso specifico, non c'erano.

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