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Cronaca

Sequestro da 5 milioni di euro a Formigoni per il caso Maugeri, lui replica: "Ma io non li ho"

La procura della corte dei conti ha disposto i sequestri per Formigoni e gli altri. I dettagli

Ancora guai per Roberto Formigoni. Giovedì mattina, infatti, la procura della corte dei conti di Milano ha eseguito un sequestro conservativo di cinque milioni di euro all'ex governatore di regione Lombardia - che ha poi smentito - nell'ambito del processo sul caso Maugeri

In quel dibattimento il Celeste era stato condannato a sei anni di carcere e a maggio scorso si era visto rifiutare una proposta di patteggiamento a due anni, poi in realtà negata dallo stesso Formigoni che aveva di nuovo giurato sulla sua innocenza. 

Il sequestro e il caso Maugeri

I beni sequestrati all'ex parlamentare - già colpito nel 2014 da un provvedimento uguale - sono corrispondenti alle "utilità" che lui stesso avrebbe realizzato durante i suoi anni da governatore, quando - secondo la teoria dell'accusa - avrebbe favorito tra il 97 e il 2011 proprio la fondazione pavese in cambio di tangenti, tanto che i giudici di primo grado nelle motivazioni di condanna lo avevano accusato di aver compiuto i reati mentre "era la più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo" e per fini "marcatamente di lucro", arrecando "grave danno" alla regione stessa.

Dalle casse della clinica in quel periodo sarebbero usciti sessantuno milioni di euro, che sarebbero finiti su conti e società dell'ex faccendiere Piero Daccò e dell'ex assessore regionale Antonio Simone, che avrebbero poi garantito all'ex governatore benefit di lusso e viaggi. "Per dieci anni - era stata la durissima requisitoria del pm Laura Pedio nel corso della requisitoria - Formigoni non ha speso un euro dei suoi soldi"

Tra i beni sequestrati a Formigoni su ordine della corte dei conti ci sono il vitalizio previsto per gli appartenenti alle Camere, il trattamento pensionistico maturato al Parlamento europeo, il vitalizio e l'indennità di fine mandato relativi alla carica di presidente di regione Lombardia, quindici immobili e tre conti correnti.

I sequestri, per un totale di trenta milioni di euro di beni, hanno colpito anche Daccò e Simone, che hanno patteggiato 2 anni e 7 mesi il primo e 4 anni e 8 mesi il secondo. 

La smentita di Formigoni

Nella serata di giovedì, però, è arrivata la secca smentita del Celeste, che ha bollato come "fake news" le notizie sul sequestro, spiegando che "nulla" gli è stato sequestrato "perché nulla posseggo". 

"Tutto quanto possedevo (poco in verità) mi è stato già sequestrato da anni, per ordine della Magistratura", ha sottolineato Formigoni, chiarendo - dal suo punto di vista - "che la notizia che vuol far credere che io possegga un tesoretto da 5 milioni che può essere sequestrato è falsa".

L'ex senatore ha poi aggiunto di aver anche "rinunciato da tempo" ai vitalizi. "Poiché vivo di sola pensione, se anche questa mi venisse tolta vivrò d'aria - ha ironizzato l'ex governatore -. Ne guadagnerà certamente la mia linea".

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