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Souvenir con papa Francesco, maxi sequestro a Milano

Le fiamme gialle hanno sequestrati un quantitativo superiore al milione di pezzi (anche merce di altro genere) in un deposito sito nell'hinterland

Giocattoli, casalinghi, articoli di cancelleria e soprattutto souvenir del nuovo papa Francesco rigorosamente made in China. Le fiamme gialle del comando provinciale di Milano ne hanno sequestrati un quantitativo superiore al milione di pezzi in un deposito sito nell'hinterland di Milano, procedendo contestualmente a denunciare il responsabile all'autorità giudiziaria.

Il servizio è scaturito a seguito di articolate indagini condotte dagli uomini della guardia di finanza, fatte di pedinamenti e ricostruzione degli spostamenti, che hanno portato all'individuazione di un capannone situato in un'area industriale semiabbandonata a Trezzano sul Naviglio.

Sin dalle prime fasi del servizio la situazione riscontrata dai militari appariva alquanto anomala, viste le condizioni di insicurezza, inaffidabilità e scarsa cura, in cui i prodotti erano conservati. Nello specifico venivano rinvenute diverse tipologie di merci, quali giocattoli, utensili da cucina, articoli di cancelleria nonché un enorme numero di souvenir della Citta del Vaticano.

Gli stessi sono da ritenersi di recentissima produzione riportando già l'effige del nuovo Papa. Ombrelli, penne, prodotti di cancelleria ed altra oggettistica varia era già pronta per essere immessa nel canale illegale di distribuzione. Il capannone costituiva il luogo di stoccaggio della merce, la quale attraverso piccoli mezzi di trasporto veniva distribuita.

Tale tecnica è detta, in termini investigativi, «smurfing» ossia frazionare una grossa mole di merce in piccoli quantitativi, più difficili da individuare e la cui singola perdita mantiene inalterata la potenza economica di tali traffici illeciti. Una persona è stata identificata e denunciata alla Procura della Repubblica di Milano per i reati di «Immissione nel mercato di prodotti pericolosi secondo l'art. 112 D.Lgs 206/2005» e «Vendita di prodotti industriali con segni mendaci secondo l'art. 517 del C.P.» e segnalata alla Camera di Commercio per le violazioni amministrative previste dagli artt. 6, 7, 9, 11 e 12 del DL 2006/05 del Codice del Consumo.  

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