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Cronaca

Silvia Romano, gli psicologi alzano la voce: "Gli attacchi sono un grave pericolo per lei"

L'ordine degli psicologi della Lombardia in difesa della cooperante rapita in Kenya

“Un bel tacer non fu mai scritto". Testo e musica dell'ordine degli psicologi della Lombardia, che scendono così in campo in difesa di Silva Romano, la cooperante 24enne rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata sabato scorso dopo un anno e mezzo di prigionia.

Lunedì pomeriggio la ragazza è atterrata a Ciampino - martedì ha fatto ritorno al Casoretto - e da quel momento su di lui sono piovuti insulti e offese per l'abito indossato, con un velo a coprire la testa, e per la decisione di convertirsi all'Islam. 

Silvia Romano, no, non andrà tutto bene

"Ricordiamo che Silvia è la vittima di un rapimento, un evento traumatico estremo", hanno scritto gli psicologi, che evidentemente hanno basi solide su cui poggiare le loro riflessioni. "La nostra comunità professionale sottolinea l’importanza di rispettare, anche con un opportuno silenzio, il momento che Silvia sta attraversando. Gli attacchi mediatici di questi giorni rappresentano un pericolo grave per il suo benessere - hanno sottolineato - e la concreta possibilità di contribuire ad un ulteriore trauma sul trauma".

"Inoltre, il sapere scientifico psicologico dimostra in modo incontrovertibile che nessuna diagnosi può essere fatta per interposta persona o sulla base di immagini o di riferiti", hanno rimarcato gli esperti. E ancora: "La valutazione clinica è un lavoro delicato che richiede un contatto diretto e degli strumenti professionali: questo processo non può essere lasciato - hanno concluso - nelle mani di chi sostiene la strumentalizzazione mediatica, di comunicatori imprudenti o di persone mosse da sentimenti primitivi e nessuna competenza in materia".

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