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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Papà picchia mamma perché è cattiva": così un vigilante è diventato l'aguzzino della ex

Così una guardia giurata per anni ha perseguitato la ex. Ora è un sorvegliato speciale

Aveva iniziato con le urla e le minacce per la casa secondo lui sporca. Poi aveva continuato parlando male di lei alla loro piccola, giustificando - anche con la bimba - le botte che ormai aveva iniziato a dare alla sua vittima. E alla fine, dopo essere entrato ed uscito dal carcere, ha concluso andando sotto casa sua con addosso un vero e proprio arsenale. Adesso, invece, da quella casa e da lei dovrà stare lontano perché per la legge italiana è un "soggetto socialmente pericoloso". 

Un uomo di trentotto anni - una guardia giurata di Salerno - è stato sottoposto dalla Questura di Milano alla sorveglianza speciale, la misura antimafia che da novembre 2017 può essere utilizzata anche per gli uomini accusati di atti persecutori. 

La storia d'amore malata

E quella dell'uomo verso la sua ex - una donna monzese di due anni più grande - era una persecuzione vera e propria.

I problemi tra i due iniziano nel 2014, quando lei decide di seguirlo e di trasferirsi a Roma. Pochi mesi dopo hanno una bimba e lui - in quel momento senza lavoro - inizia a insultare e minacciare la sua compagna pretendendo che si licenzi per fare le pulizie in casa. Tre anni dopo - durante i quali le minacce e le aggressioni sembrano essere un brutto ricordo - la coppia si trasferisce a Monza, dove l'uomo trova un lavoro come guardia giurata e dove i due hanno un altro figlio, un maschietto. 

Poco dopo, però, l'incubo della donna ricomincia. E a testimoniarlo perfettamente sono le parole di sua figlia, che parlando con la nonna chiede innocentemente: "Ma perché papà mi dice che mamma è cattiva e le dà le botte per quello?". 

Gli arresti e le continue minacce

Così il 15 maggio 2018 la 40enne decide di lasciarlo e di tornare a vivere da sua mamma. Da quel momento per lei inizia, letteralmente, un nuovo inferno. La prima tappa è un incontro chiarificatore - voluto proprio dalla guardia giurata, poi fermata dalla polizia - al quale l'uomo si presenta con tre coltelli, una penna frangivetro, due kubotan - un punteruolo in metallo con cui l'aveva già aggredita - e lo spray al peperoncino. 

Dopo un primo arresto, il 38enne torna libero e si ripresenta sotto casa della donna pretendo di vedere i figli. Per lui scattano un divieto di avvicinamento, gli arresti domiciliari e un nuovo arresto proprio per essere evaso dai domiciliari. Neanche questo, però, serve a fermare lo stalker, che a luglio del 2018 va fino ad Albenga per raggiungere i due bimbi e la donna, che chiama la polizia. A settembre 2018 - quando l'uomo viene arrestato di nuovo -, la vittima lo trova in strada mentre va al lavoro e a nulla le serve rifugiarsi in un portone perché la guardia la blocca finché non arriva la polizia. Quel giorno la sua follia finisce in commissariato, dove scaglia una sedia contro un poliziotto ferendolo. 

Sorvegliato speciale come i mafiosi

"Questi uomini, quando escono dal carcere continuano a terrorizzare le loro vittime - la riflessione di Alessandra Simone, dirigente della divisione polizia amministrativa e sociale della Questura di Milano -. Quindi occorre fermarli". 

Ed è per questo che il Questore Marcello Cardona ha proposto al giudice Fabio Roia del tribunale di Milano, che ha poi accettato, la sorveglianza speciale per la guardia giurata.

Il provvedimento, introdotto per la prima volta in Italia nel codice antimafia e poi esteso agli stalker,  obbligherà il vigilante a sottoporsi a un percorso terapeutico, a trovare un lavoro, a non avere armi - gli è già stata ritirato il porto d'armi -, a stare ad almeno un chilometro da sua moglie e a non frequentare i suoi stessi luoghi. 
 

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