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Cronaca

Poste e Libero nel mirino degli studenti: blitz con fumogeni e vernice contro l'alternanza

La sera prima gli stessi studenti avevano "sanzionato" anche la sede del quotidiano Libero

Un modo per far capire che "siamo incazzati e che non scherziamo". E un'azione per ribadire che a loro quest'alternanza scuola lavoro voluta dal governo non piace affatto. Doppio blitz degli studenti milanesi contro il quotidiano Libero e contro un ufficio di Poste Italiane, due aziende colpevoli - secondo i ragazzi - di ignorare le loro idee e le reali motivazioni delle loro proteste. 

Nella tarda serata di martedì, fumogeni e bombolette spray "in pugno", i giovani si sono presentati fuori dalle Poste di via Albricci - zona Missori - e su una delle vetrine hanno scritto "No alternanza". Poste, infatti, rientra nel progetto del ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, che ha scelto sedici società dove permettere agli studenti delle superiori di entrare in contatto con il mondo del lavoro: una "opportunità" che però i ragazzi hanno sempre contestato vedendoci più un modo per arricchire quelle stesse aziende che vere e proprie possibilità formative per gli allievi. 

Blitz degli studenti alle Poste

"Tra i sedici campioni dell'alternanza, tra colossi della colonizzazione imprenditoriale e del disinteresse dei diritti dei lavoratori, è presente anche Poste Italiane, che mettendo a disposizione mille percorsi all'anno contribuisce ad alimentare la logica di sfruttamento insediatasi nelle scuole e promossa dalla Legge 107", hanno spiegato gli studenti dopo il blitz. E questo non è l'unico motivo per cui i giovani ce l'hanno con Poste: "È la stessa impresa che ignora completamente i diritti umani partecipando al business delle deportazioni dei migranti tramite la sua compagnia Mistral Air, le stesse Poste Italiane che si attivano per trasportare da un centro di prima accoglienza all'altro o addirittura al paese di origine, persone come fossero pacchi, non può ospitare percorsi così detti formativi per gli studenti". 

Il blitz degli studenti da Libero

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Non solo Poste, però. Perché la sera prima a finire nel mirino dei ragazzi era stata la redazione milanese di Libero, al cui esterno gli studenti avevano affisso decine di finte prime pagine con raccontati alcuni casi in cui l'alternanza scuola lavoro non aveva avuto gran successo. Lo stesso quotidiano aveva parlato di una redazione "vandalizzata e ricoperta da finte prime pagine del nostro quotidiano", annunciando che "non è ancora pervenuta alcuna rivendicazione" e che "sul caso sta indagando la Digos". 

In realtà, poco dopo, la rivendicazione è arrivata. "Quando i mezzi di informazione tentano di farci passare come buoni a nulla, come facinorosi e come vandali noi non possiamo stare in silenzio. Gli studenti della Milano che si ribella, quelli che il 13 ottobre hanno detto no all'alternanza e alla legge 107, no ai diktat della questura e di ogni potere, sono andati davanti a Libero", hanno spiegato i giovani. Quindi, ecco il perché della rabbia: "Libero che il 14 ottobre metteva in prima pagina il titolo «Gli studenti protestano, non vogliono lavorare». Abbiamo attaccato alla porta di ingresso delle finte prime pagine dove si possono leggere alcuni casi in cui l'alternanza risulta non formativa, si trasforma in sfruttamento e a volte pericolosa per la totale mancanza di diritti. Ora ancora una volta ci descrivono come vandali, forse non hanno capito - hanno concluso gli studenti - che siamo incazzati e che non scherziamo".

La prima pagina di Libero che ha scatenato la rabbia degli studenti

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