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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Rozzano

Stuprò donna che conosceva di vista. Condannato in cassazione a cinque anni e sei mesi

L'uomo provò a costruire un alibi che però non resse, poi negò la violenza sessuale. "Non dimenticherò mai il modo in cui mi disse 'stai ferma'"

Si è conclusa una triste storia di violenza sessuale ai danni di una donna oggi quarantesettenne, con la condanna in via definitiva (in cassazione) del suo stupratore, l'oggi quarantaduenne Andrea Sammartano. Dopo sette anni, la donna - che chiameremo Grazia - ha avuto finalmente giustizia. Il bruto è stato infatti condannato a cinque anni e sei mesi e, l'8 febbraio, arrestato e condotto a San Vittore. La sua destinazione finale sarà Opera o Bollate. La vicenda ha inizio a Rozzano, dove vivono entrambi i protagonisti, in due palazzi affacciati l'uno con l'altro.

I due si conoscono di vista, come è quasi naturale nell'ambito del vicinato. Spesso lui porta in giro il cane negli orari in cui lei torna dal lavoro. Una sera, a febbraio del 2010, il fattaccio. Un uomo con il volto travisato e un cappello che copre quasi interamente gli occhi sorprende Grazia nei pressi del portone dell'edificio in cui lei vive: la trascina nell'androne e la violenta. A quell'ora non passa nessuno e lei non può chiedere aiuto. Ha la prontezza di chiamare il 118 non appena viene lasciata da sola. I sanitari accorrono e a loro volta avvisano le forze dell'ordine. Sul posto si presentano i carabinieri, che riescono a farsi dare una descrizione dell'aggressore e, grazie alla conoscenza del territorio e degli abitanti di Rozzano, lo individuano.

Ha alcuni precedenti per rapina, furto e spaccio. E sembra avere un alibi di ferro: "Mi trovavo al bar con gli amici per giocare ai videopoker", riferisce ai carabinieri. Ma gli amici non confermano. E Grazia riferisce due dettagli che saranno determinanti per inchiodare Sammartano: una sorta di cicatrice sul volto, più o meno sotto l'occhio sinistro, e il tono della voce. "Non dimenticherò mai le sue parole 'stai ferma'", dirà Grazia. Sono questi i due particolari che i giudici della corte di cassazione useranno per condannare lo stupratore. 

In tutti questi anni lo stupratore ha cercato di resistere, facendo ricorso sia in appello sia in cassazione. Anche dopo che il suo alibi è caduto, ha negato fino alla fine la violenza sessuale, che invece è stata subito refertata dai medici che hanno visitato Grazia dopo la violenza.

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