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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Targa per Paolo Borsellino al negozio di Corsico, il fratello dice no: "Ci vuole ben altro"

Il negozio è stato confiscato dalla criminalità organizzata ma il fratello stoppa il sindaco: c'è ancora l'eco delle polemiche sul festival dello stocco

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, per il momento ha "fermato" l'idea del Comune di Corsico di intitolare al magistrato ucciso nel 1992 dalla mafia, in Sicilia, un negozio confiscato alla criminalità organizzata, e per l'esattezza alla 'ndrina dei Sergi, una delle famiglie che controllano l'hinterland sud-ovest di Milano.

Il motivo ha origine nell'eco nazionale che aveva avuto la vicenda della sagra dello stocco di Mammola, nel mese di ottobre del 2016. La polemica era scoppiata perché nel manifesto del festival era stato stampato il nome (con numero di telefono) di Vincenzo Musitano, un commerciante corsichese che gestisce un negozio di alimentari ma soprattutto ha una famiglia legata alla 'ndrangheta (con due fratelli condannati) e lui stesso ha sposato la figlia di Giuseppe Perre "Maistru". 

"Ci vuole ben altro che mettere targhe per acquistarsi credibilità nel contrasto alla criminalità organizzata", ha scritto Salvatore Borsellino su Facebook, definendosi "addolorato e sconcertato" per la decisione di intitolare un negozio al fratello. "L'amministrazione comunale si è finora semmai distinta per le benemerenze acquisite su altri versanti, come ha fatto di recente decidendo di ospitare la sagra dello Stocco".

Implacabile la conclusione: "Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, in una intervista, ha affermato che Corsico è una delle basi storiche e strategiche della 'ndrangheta fin dai tempi dei sequestri di persona. Una targa dedicata a mio fratello, con queste premesse, non può essere altro che respinta al mittente". 

Ma Salvatore Borsellino non è l'unico che si è lamentato. Il negozio che la giunta di centrodestra (guidata dal sindaco Filippo Errante) avrebbe voluto intitolare al fratello era stato confiscato al clan Sergi e intitolato, dal 2016, a Pietro Sanua, fruttivendolo antiracket di origine lucana ucciso in un agguato a Corsico nel 1995. Ma il figlio Lorenzo Sanua, di recente, ha chiesto e ottenuto di rimuovere la targa di commemorazione del padre, perché l'immobile è rimasto quasi sempre chiuso. Anche se il sindaco accusa, per l'abbandono, l'organizzazione che aveva stipulato la convenzione per gestirlo.

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