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Cronaca Porta Venezia / Via Lecco

Turista scippata a Porta Venezia: tra i suoi salvatori un 22enne eritreo

Il tentativo di strapparle la borsa, grazie all'intervento dei presenti, non è andato a buon fine

L'11 agosto, nel primo pomeriggio, una turista svedese di 26 anni si trovava all'angolo tra viale Vittorio Veneto e via Lecco, in zona Porta Venezia, quando un giovane ha tentato di sottrarle la borsa. Lei ha fatto resistenza e, grazie ai passanti accorsi per le sue urla, è riuscita a evitare il furto. Tra i salvatori della ragazza anche Alexander Asfaha, un 22ennne di origine eritrea residente a Milano. Lo scippatore, un 19enne gambiano senza fissa dimora e con alcuni precedenti, è stato poi arrestato dai carabinieri.

Alexander Asfaha, viso limpido e capelli intrecciati, appartiene alla terza generazione di eritrei trapiantati a Milano: erano stati già i suoi nonni infatti a lasciare Asmara per trasferirsi nel capoluogo lombardo. Lo racconta Marianna Vazzana su Il Giorno in un'intervista al ragazzo che, insieme ad altri soccorritori italiani e non, è riuscito a far desistere lo scippatore.

Asfaha, impiegato in un negozio di abbigliamento a Porta Venezia - quartiere sede di una nutrita comunità eritrea -, si trovava in pausa pranzo quando ha avvertito le grida della ragazza. A quel punto ha iniziato a correre nella direzione della turista e, raggiunto da altri passanti, ha scoraggiato il giovane ladro dal portare a termine il suo furto.

Una volta che lo scippatore ha mollato la presa, la 26enne, con le braccia escoriate a causa dello strattonamento, si è rifugiata in un ristorante dove si trovava il suo fidanzato. Quest'ultimo, racconta Asfaha, una volta appreso quanto accaduto era intenzionato a picchiare l'aspirante scippatore, ma "per fortuna sono arrivati subito i carabinieri".

Alcuni dei testimoni del tentato scippo erano stupiti di vedere Asfaha, un ragazzo di colore, tra i soccorritori. "Come se avere la pelle scura debba portare per forza a essere dalla parte di chi delinque. Non è così, il colore della pelle non incide sul modo di essere: lancio questo messaggio, in un momento in cui si registrano episodi di intolleranza verso chi è diverso”.

I militari hanno ascoltato il ragazzo e l'hanno ringraziato per il suo intervento. Lui dichiara di sentirsi soddisfatto perché si è sentito utile e aggiunge anche: "L’ho raccontato a mia madre ed è molto orgogliosa, felice che mi sia dato da fare per soccorrere una donna in difficoltà".

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