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Cronaca Stazione Centrale / Via Giovanni Battista Sammartini

Torturava i profughi in Libia: le vittime lo riconoscono a Milano. Arrestato

Il giovane somalo stava rischiando il linciaggio. Ora la procura ha raccolto decine di racconti, anche due violenze sessuali ai danni di minorenni

Terrorizzava i profughi radunati nel campo libico di Bani Walid, poi si è imbarcato per l'Italia ed è arrivato a Milano, al centro profughi di via Sammartini. La polizia locale lo ha arrestato il 26 settembre 2016, ma il quadro delle violenze e delle vessazioni a suo carico è stato più chiaro soltanto successivamente.

Il protagonista è Osman Matammud, ventiduenne della Somalia. Bani Walid è da anni crocevia di due tipi di flussi di profughi: quelli interni della Libia, che scappano dalle zone più pericolose (come Sirte), e quelli provenienti da diverse zone dell'Africa. A Bani Walid imperversano, quindi, le "bande" dei trafficanti di esseri umani.

Secondo l'accusa, il 22enne era uno dei capi di un campo "lager" in cui le persone in transito venivano picchiate, torturate, addirittura uccise o violentate (se donne). Gli agenti della polizia locale, il 26 settembre, lo hanno praticamente "salvato" da un linciaggio: alcuni ospiti del centro di via Sammartini, che erano passati per il campo di Bani Walid, lo avevano riconosciuto e aggredito, denunciando subito le efferatezze subite.

La procura di Milano ha poi raccolto i racconti di decine di persone che hanno confermato come il 22enne fosse appunto uno dei capi del campo "lager", dove i migranti (per lo più somali, in questo caso) venivano radunati e, se non potevano pagare circa settemila euro necessari per il viaggio, subivano violenze e pestaggi. Tra i racconti anche quello di due giovani donne (minorenni) che sarebbero state stuprate.

Dei campi "lager" in Libia si è occupata più volte anche Amnesty International, denunciando le torture e le violenze subìte dai profughi, ora da parte dei trafficanti, ora dei gruppi armati religiosi. 

"In 40 anni di carriera non ho mai visto un orrore simile". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini facendo riferimento ai racconti di torture e violenze di cui è accusato Osman Matammud.

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