rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pericoloso narcotrafficante albanese si nascondeva in Austria: preso

Deve scontare 12 anni di carcere. Era operativo fino al 2001, contatti anche con Al-Qaeda: importava eroina dall'Afghanistan

Le forze speciali della polizia austriaca lo hanno catturato a Korneuburg, a nord di Vienna, mentre era da solo a bordo di un'automobile. E' considerato uno dei narcotrafficanti più pericolosi ancora in circolazione, sebbene non vi sia evidenza che abbia continuato l'attività durante ben dieci anni di latitanza, anche se l'indagine che aveva smantellato il suo sodalizio risale al 2000-2001. 

Blenard Fejzullai, 40enne, è stato dunque preso: deve scontare dodici anni di reclusione per traffico internazionale di droga, secondo una sentenza emessa nel 2006 e alla quale era sempre sfuggito. La maggior parte della latitanza l'ha trascorsa in Albania, suo Paese d'origine (è della città di Fier), con alcune "visite" in Italia e in Europa centrale. 

Dieci anni a metà tra la "bella vita" (grazie ai soldi dell'eroina) e la paura di essere scoperto da un momento all'altro. Dieci anni di massima attenzione nelle abitudini e nei comportamenti: mai più di due o tre giorni con lo stesso cellulare, con la stessa automobile, nello stesso posto. Manteneva una rete di amici ma comunicava cambiando in continuazione sistema, profili, social network. Anche per questo, i carabinieri che gli hanno dato la caccia ci hanno messo parecchio tempo ad "agganciarlo". A marzo 2016 la svolta: Fejzullai viene individuato e - da quel momento - controllato nei suoi spostamenti e nelle sue relazioni. Fino all'arresto del 22 novembre, con l'utilizzo delle forze speciali perché le autorità austriache lo consideravano estremamente pericoloso.

Il suo passato criminale è di alto livello: fino all'indagine dell'inizio degli anni Duemila, ad opera della guardia di finanza, movimentava grosse quantità di eroina dall'Afghanistan (allora in mano ai talebani) occupandosi personalmente di stoccarla in Albania e poi di distribuirla in vari Paesi europei, tra cui l'Italia. Ma non trattava solo eroina: si era specializzato anche nella cosiddetta "cocaina rosa", di provenienza boliviana e considerata di altissima qualità (e quindi molto costosa sul mercato al dettaglio).

Per comunicare con i fornitori e i clienti, utilizzava un metodo ormai surclassato dalla messaggistica sui social network: scriveva un'email e la lasciava in bozze, in modo che il destinatario (accedendo con la medesima password) potesse leggerla, per evitare l'invio-ricezione che faceva scattare l'intercettazione da parte degli investigatori. Lo stesso metodo usato anche da Al-Qaeda, ad esempio (ma non solo) dalla cellula responsabile dell'attentato dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York. 

Per gli investigatori che hanno seguito il caso, questa sarebbe una ulteriore testimonianza della pericolosità del narcotrafficante, abituato fin da quand'era ventenne a trattare con i terroristi, che evidentemente gli hanno insegnato questa tecnica di comunicazione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pericoloso narcotrafficante albanese si nascondeva in Austria: preso

MilanoToday è in caricamento