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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Lo sfogo del sindaco pendolare contro Trenord: "Chiudetela e dateci un altro gestore"

Un primo cittadino del Lecchese non è riuscito a prendere il treno per Milano e si è sfogato contro l'azienda dei trasporti ferroviari

Non è la prima volta che Paolo Brivio, sindaco di Osnago in provincia di Lecco e pendolare, attacca frontalmente Trenord. A gennaio, per protesta, aveva inviato all'assessore regionale ai trasporti Alessandro Sorte la sua agenda di impegni da primo cittadino, come a dire: "Pensaci tu". Ora - dopo la pubblicazione del nuovo orario invernale - ha scritto un amaro post sul social network Facebook in cui, in pratica, chiede che Trenord venga chiusa.

Il sindaco pendolare, cinquantenne, lavora a Milano come giornalista per conto della Caritas e di altre realtà del Terzo Settore. Brivio utilizza la Milano-Lecco via Carnate, una linea molto utilizzata dai pendolari lombardi. Ma il guasto a un treno e la soppressione di alcune corse, l'11 mattina, hanno tramutato in "inferno" il viaggio delle persone verso il luogo di lavoro. 

"Treni stracolmi, centinaia di pendolari a terra. Oggi è l'apice ma sono settimane che il servizio si sta costantemente sfibrando", ha scritto Brivio su Facebook per poi concludere: "Chiudete Trenord, non ce la fa più, dateci un altro gestore". Il 10 dicembre, 13 sindaci di Comuni brianzoli che "rappresentano" oltre 300 mila abitanti, si sono incontrati alla stazione di Desio per protestare simbolicamente contro il sistema ferroviario regionale, ma soprattutto contro la soppressione della linea Seregno-Carnate e i tagli alle linee S9 e S11. 

La protesta non è politica, anche se rischia una strumentalizzazione politica. In realtà la rabbia dei pendolari è assolutamente trasversale. Si tratta, semplicemente, di non riuscire a rispettare impegni di lavoro, a conciliare la professione con le proprie famiglie o altri impegni. Dal vertice più alto della Regione, il presidente Attilio Fontana ha dovuto ammettere di avere "chiesto al mondo intero" se vi fossero società che affittassero carrozze senza avere trovato nulla. Paiono parole da emergenza. Ma i lombardi avrebbero bisogno, e meriterebbero, una situazione non emergenziale ma programmata a dovere e per tempo.

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