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Cronaca

Case di lusso a Milano: arrestati otto "maghi della truffa"

Già noti per riciclaggio di auto negli anni '70, mettevano sul mercato appartamenti di pregio a prezzi stracciati. Diciassette i truffati

Forti dell'esperienza nel riciclaggio di autovetture acquisita negli anni '70, avevano messo in piedi un raggiro architettato con precisione nei dettagli. Fingevano di essere interessati all'acquisto di appartamenti di pregio in centro a Milano, al solo scopo di acquisire tutte le documentazioni relative; poi trovavano acquirenti figendosi intermediari dei proprietari. Intascavano le caparre e sparivano dalla circolazione.

Sono stati incastrati dopo una indagine durata cica due anni, meticolosa ma anche faticosa per i carabinieri milanesi che a lungo non sono riusciti ad identificarli con precisione. In otto sono finiti in manette con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alla sostituzione di persona e all'impiego di denaro di provenienza illecita. Risultano poi indagate due donne per favoreggiamento: una di queste è l'impiegata di un notaio (estraneo ai fatti) utilizzato dalla banda per la truffa.

Sei gli appartaenti usati come esca per il raggiro, diciassette le persone raggirate. In particolare, un appartamento di via Pagano è stato utilizzato per sei truffe, un altro in via Vaina (Porta Romana) per cinque truffe, un immobile in via Solari per tre truffe, mentre una truffa ciascuno per tre appartamenti di corso Indipendenza, via Melzi d'Eril e via Ippodromo. Quest'ultimo è l'unica eccezione rispetto alla scelta del centro città, ma si trova nella zona di San Siro più costosa e di pregio.

Presentandosi come ricchi svizzeri riuscivano a carpire la fiducia dei proprietari di questi immobili prestigiosi, che avevano messo in vendita i loro appartamenti con il giro del passaparola. Visitavano le case, si facevano dare la documentazione (mappe, fotografie, talvolta bollette delle utenze e copia delle chiavi) e poi, con una scusa, si tiravano indietro. A quel punto scattava la seconda fase dell'inganno: i malviventi si prodigavano a cercare possibili acquirenti presentandosi come intermediari e offrendo prezzi decisamente più bassi di quelli di mercato.

Video | Case di lusso, la truffa

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Raggiunto l'accordo, si recavano dal notaio fingendosi i reali proprietari, con i loro documenti falsificati, e si facevano accreditare la caparra su conti svizzeri. Poi diluivano i contatti con l'acquirente di turno, prendendo tempo per la consegna delle chiavi, fino a sparire completamente dalla circolazione. Il danno totale ai 17 truffati è di un milione e 697 mila euro, oltre naturalmente al danno ai veri proprietari di casa e ai notai utilizzati per il raggiro, che sono risultati completamente estranei al raggiro.

La svolta nelle indagini è arrivata quando, grazie ad una intercettazione telefonica, gli investigatori (coordinati dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e ai pm Luca Boniz e Andrea Fraioli) hanno identificato Eugenio Pulici, 77 anni, uno dei membri della "gang", e da lui hanno poi identificato tutti gli altri.

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