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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Montenapoleone / Via Montenapoleone

Rubati gioielli per 2 milioni a Valentina Cortese: fermate le due governanti

L'ammanco scoperto a maggio 2016: dalla cassaforte erano spariti più di trenta gioielli dell'attrice

Tradita dalle sue governanti, che lavorano per lei rispettivamente da trenta e quindici anni e ora si trovano ai domiciliari. La celebre attrice Valentina Cortese, 93 anni, si è vista derubata della sua straordinaria collezione di gioielli (una trentina di pezzi per un valore materiale di circa due milioni di euro, ma il valore artistico e storico è sicuramente più alto) e mai si sarebbe aspettata che proprio quelle due donne, che lei considerava persone di famiglia, avessero commesso il furto. Furto che, presumibilmente, dalle indagini della squadra mobile sarebbe avvenuto a cavallo di Pasqua, anche se è stato scoperto all'inizio di maggio.

Sono seguiti mesi di indagini serrate e tradizionali, con interrogatori a più riprese alle persone che gravitano nell'appartamento dell'attrice, 500 metri quadri nel Quadrilatero. Tutto inizia a maggio 2016, quando la Cortese esprime il desiderio di visionare e indossare alcuni dei suoi gioielli. L'attrice, gravemente malata e costretta a letto, è assistita costantemente dalle governanti: una di loro apre la cassaforte nella stanza da letto della Cortese e - fingendo stupore - constata l'ammanco. La cassaforte non presenta alcun segno di effrazione e ad essa possono accedere in tre: le due donne e la nuora della Cortese, che vive nello stesso appartamento.

Le indagini si concentrano sulle governanti: una salvadoregna di 59 anni, da trent'anni al servizio dell'attrice, e una peruviana di 49 anni, che lavora per la Cortese da un quindicennio e fa il turno notturno. E la polizia scopre che il complesso sistema di sicurezza non era, almeno in parte, rispettato. La cassaforte ha una doppia apertura: tramite codice alfanumerico e con una chiave, conservata in un'altra cassaforte la cui combinazione è nota sempre soltanto alle governanti e alla nuora. Ma il codice della prima cassaforte era disattivato e due copie delle chiavi sono state trovate nell'abitazione privata della salvadoregna, che si è giustificata dicendo di averle «per comodità». Sempre nell'abitazione della governante la polizia ha trovato anche una scatola vuota, del tutto simile a quelle usate dall'attrice per i suoi gioielli. In questo caso, la salvadoregna ha affermato che si trattava di un regalo della Cortese a lei. 

Tanta sicurezza sulla cassaforte che conservava i gioielli è dovuta al furto (risalente al 2013) di un brillante da 200 mila euro, che all'epoca era conservato in un armadio. La Cortese aveva deciso di rafforzare la sicurezza dei suoi preziosi, ma - purtroppo per lei - invano. Via via che le indagini proseguivano, diventavano troppe le incongruenze rispetto al racconto delle due sudamericane, fino alla decisione di indiziarle ufficialmente e fermarle giovedì 29 e venerdì 30 settembre. Fermo che il gip ha convalidato il 4 ottobre, disponendo i domiciliari perché incensurate.

Le due governanti continuano a proclamarsi innocenti, ma gli investigatori ritengono di avere elementi per attribuire loro anche il furto del 2013. Intanto i gioielli non si trovano: difficile che siano già stati rivenduti data l'unicità della collezione. Resta, per la Cortese, l'amarezza di scoprire che si è fidata, per così tanti anni, delle persone sbagliate.

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