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"Brera, il museo più sottovalutato d'Europa". La 'stroncatura' dall'Inghilterra

Un articolo del Telegraph mette il dito nella piaga: poco più di 300 mila visitatori all'anno per la Pinacoteca, contro i nove milioni del Louvre

Brera, museo sottovalutato. Anzi: "E' il museo più sottovalutato d'Europa?". La "stroncatura" arriva dal Telegraph, prestigioso quotidiano inglese, e dal giornalista di viaggi Nick Trend. Una stroncatura, beninteso, che non riguarda la qualità dell'esposizione della pinacoteca, tutt'altro: riguarda invece il numero di visitatori, 325 mila all'anno, pochissimi rispetto ai musei europei più noti.

D'altra parte è possibile che la cifra, nel frattempo, vada rivista al rialzo. Il dato è del 2014, nel frattempo c'è stato l'Expo ed è stato nominato il nuovo diettore, James Bradburne, che proviene dal fiorentino Palazzo Strozzi. 

Trend, sul Telegraph, pubblica anche la classifica del 2014. Ed è impietosa. In testa a tutti, in Europa, si trova il Louvre con oltre nove milioni di visitatori all'anno. "Solo" 6 milioni e 700 mila per il British Museum e sei milioni per la National Gallery di Londra. E sono tutte appannaggio di Parigi e Londra le prime sette posizioni. Gli Uffizi, a Firenze, totalizzano un milione e 800 mila visitatori e sono il primo museo italiano, poco sopra il Van Gogh Museum di Amsterdam.

Le ragioni, secondo Nick Trend, sono di vario tipo. In primo luogo, Brera è "in competizione" con il Cenacolo di Leonardo e con l'esposizione al Castello Sforzesco. Trend non lo dice, ma finché il turista sta a Milano pochi giorni e se è un turista d'affari o interessato allo shopping, il tempo per visitare "tutto" potrebbe non trovarlo. Ma - secondo Trend - il motivo principale è un altro: una sorta di "sciatteria" espositiva, con luci inadeguate e didascalie quasi inesistenti, che "spingerebbe" la pinacoteca ad un ruolo marginale nell'offerta artistica della città.

Il pezzo di Trend si chiude con l'auspicio che il nuovo direttore lavori per migliorare questi aspetti. Bradburne, del resto, è perfettamente cosciente dei bassi numeri di Brera: in una intervista a La Stampa rilasciata a marzo 2016, spiegava che, in parte, Milano "non è nota come una città d'arte, è una città contemporanea conosciuta per le fiere, il design, l’arredamento, la moda, la finanza", e che l'elemento artistico per il quale Milano è maggiormente conosciuta è il Cenacolo. 

In quella intervista, Bradburne tracciava l'obiettivo di raddoppiare i visitatori. Seicentomila dunque: che restano lontanissimi, riprendendo la classifica citata da Trend, rispetto, per esempio, al milione e quattrocentomila della National Galleries of Scotland di Edimburgo, ma rappresenterebbero comunque un bel salto in avanti. E poi la riorganizzazione delle sale di Brera a gruppi di cinque. 

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