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Cultura

Scala, è ufficiale: il nuovo sovrintendente (dal 2021) sarà Dominique Meyer

La nomina al cda di venerdì 28 giugno

Era il nome più accreditato, ora è anche ufficiale. Dominique Meyer sarà il nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala. Prenderà il posto di Alexander Pereira, al teatro dal mese di settembre del 2014, ma il cambio della guardia avverà a giugno 2021. Lo ha deciso il consiglio d'amministrazione del teatro e ne ha dato l'annuncio il sindaco di Milano (e di diritto presidente del cda della Scala) Giuseppe Sala.

Il cda ha votato quasi compattamente a favore della nomina di Meyer (unico contrario Giorgio Squinzi, contro otto favorevoli) e anche della proroga di Pereira fino al 2021 (stavolta con due voti contrari: Philippe Daverio e Francesco Micheli).

Chi è Dominique Meyer

Meyer, francese di classe 1955, sarà sovrintendente dell'Opera di Vienna fino al 2020, per contratto, poi verrà a Milano e inizierà a preparare il suo lavoro da sovrintendente della Scala. Storico dell'economia alla Sorbona e poi a Lione, negli anni '80 è stato consigliere del ministro dell'economia Jacques Delors e poi del ministro della cultura Jack Lang, entrambi del Partito Socialista.

Verso gli anni '90, continuando a collaborare con diversi ministri, ha iniziato la sua carriera di manager nel settore operistico da direttore generale dell'Opera di Parigi (1989), per poi dirigere l'Opera di Losanna dal 1994 al 1999. Dal 1999 al 2010 è stato direttore generale e artistico del Théatre des Champs-Elysées, che tra l'altro è sede parigina dell'orchestra filarmonica di Vienna, e contemporaneamente, dal 2001 al 2010, è stato presidente dell'orchestra giovanile francese. Nel 2010 è diventato presidente della Wiener Staatopera, uno dei più prestigiosi teatri lirici del mondo.

L'addio di Alexander Pereira

L'addio di Alexander Pereira arriva dopo anni di sovrintendenza e di direzione. Già nel 2014 era finito nella buffera per le opere acquistate dal "suo" Festival di Salisburgo di cui era ancora direttore. Il consiglio d'amministrazione della fondazione aveva scelto di "certificare" l'errore nell'operato dell'austriaco ma di "perdonarlo".

Nell'ultimo periodo a tenere banco era stata la vicenda dei tre milioni ricevuto dall'Arabia Saudita. Dopo i fatti il governatore Attilio Fontana aveva detto così: "Il signor Alexander Pereira non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni da lui ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta - e quasi involontariamente ("...forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!") - durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell'8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l'irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto della principale istituzione musicale del Paese e per tenere fede alla consegna del silenzio fino alla seduta del cda scaligero".

"Ancora più grave - aveva concluso il presidente - è il fatto di aver comunque accettato dei fondi a prescindere dalle decisioni del cda e addirittura prima che questo si riunisse. In qualunque cda, a qualsiasi latitudine, questo comportamento provocherebbe il suo licenziamento".

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