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Milano Pride, la carica dei 100mila per "pari diritti": "Una festa di civiltà"

Non sono mancati il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l'ex calciatore del Milan Billy Costacurta come testimonial

E' iniziata a metà pomeriggio di sabato la sfilata del Milano Pride che ha attraversato le vie centrali di Milano. 

Non c'è ancora una stima esatta del numero dei partecipanti, ma sarebbe un numero vicino ai 100mila, così scrive l'organizzazione. Non sono mancati il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l'ex calciatore del Milan Billy Costacurta come testimonial. 

"Questa - dice Pisapia - è una festa di libertà, una festa di civiltà, una festa della Milano capitale dei diritti. Oggi si rinnova un messaggio di tolleranza, di rispetto della libertà di amare chi si vuole e di avere gli stessi diritti di tutti, perché c'è un diritto inviolabile: quello di essere felici rimanendo se stessi". Il sindaco di Milano ha rivendicato il ruolo che la città da lui governata ha avuto nel portare avanti la bandiera dei diritti, anche di quelli scritti sulla Costituzione: "Questa manifestazione - spiega - farà fischiare le orecchie a molti, soprattutto in Parlamento. Noi abbiamo dato voce a tanti con il registro delle Unioni civili, abbiamo dimostrato che in questa città c'è il diritto ad amare". Sul palco del pride, Pisapia ringrazia anche "un grande uomo di sport come Alessandro Costacurta che ha dimostrato come l'impegno civile per i diritti non abbia confini". 

Milano Pride 2015 a Milano (foto Social)

C'è anche una bandiera della Grecia in testa al corteo "I diritti nutrono il pianeta" è lo slogan scritto sullo striscione che da' il via al pride: tra bandiere colorate, carri e travestimenti, sono attese dagli organizzatori 50mila persone. "La bandiera greca è qua per solidarietà al popolo greco ma anche per ribadire la nostra militanza umana, non tanto politica", spiega il consigliere dell'ArciGay Marco Volante.

Piazza Duca d'Aosta e via Vitruvio, l'inizio del percorso della sfilata, sono un fiume in piena. Associazioni, partiti e sindacati sono in strada con i manifestanti. Tra le prime, Arcigay, Amnesty, Uaar e diverse piccole associazioni per i diritti gay sfilano con le loro bandiere e i loro messaggi, come "l'amore non conosce differenze". Tra i partiti ci sono i circoli dei Radicali italiani, del Movimento 5Stelle, del Pd e di Sel. Questi ultimi, ad esempio, portano l'esperienza delle coppie etero che scelgono lo sciopero dei fiori d'arancio: non si sposano finché non sarà un diritto universalmente riconosciuto.

Si sfila per rivendicare diritti di pari dignita' con gli eterosessuali, in particolare sui diritti fondamentali: le unioni civili e il matrimonio gay, sul modello delle nuove leggi che sono state approvate nella cattolicissima Irlanda e ieri negli Stati uniti d'America. Il corteo e' aperto da uno striscione con lo slogan: "I diritti nutrono il pianeta". Ivan Scalfarotto, del Pd, che sta sfilando in corteo, ha voluto dire che la legge sui diritti civili e' "in discussione, si tratta ora di portarla a casa perche' le sfide del Paese non possono non passare dalla modernizzazione della societa'". In aperta polemica, con queste parole, alcune associazioni di omosessuali.

Cristina Gramolin, appartenente ad Arci Lesbica, ha replicato: "Non siamo qui per fare pubblicita' agli Scalfarotto, anche perche' stanno cucinando una legge vuota. Il movimento non vuole una leggina solo per dire al mondo che l'abbiamo anche noi". 

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