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Il musical di Mary Poppins visto con gli occhi di chi è cresciuto cantando con Julie Andrews

Vola. Magari usando l'ombrello come Mary Poppins. Sapendo che non è follia ma è fantasia

Sarà la vita stessa a riportarti con i piedi per terra. Ci penserà lei a risvegliarti. Tu, finché potrai e ogni volta che vorrai, continua a sognare. Sempre ad occhi aperti e puntando in alto. Vola. Magari usando l'ombrello come Mary Poppins. Sapendo che non è follia ma è fantasia. Nessuna magia o illusionismo: è solo il desiderio di non lasciarsi morire senza battere ciglio, schiacciati dalla routine esagerata dei nostri tempi. È una ribellione creativa alla logica della "fermezza e rigore" che riduce tutto ad una mera sopravvivenza. È voglia di vivere senza calcoli perché alla fine dei conti, sul palco della vita, "tutto può accadere se ci credi". 

Per esempio può accadere di tornare bambini per un'intera serata a trentacinque anni suonati. Tra lacrime di emozione, risate, canti e applausi di voluttà. E non essere i soli a farlo durante lo show. Il musical di Mary Poppins ha questo potere speciale. Lo spettacolo - prodotto in Italia da Wec, World Entertainment Company, che ha magistralmente maneggiato il lavoro di Cameron Mackintosh e Thomas Schumacher per Disney Theatrical Productions - è un viaggio senza tempo, come gli anni della bambinaia dei Banks.

Video: attesa per Mary Poppins

Alle 19.15 il Teatro Nazionale Chebanca! è già gremito. È un'opera per famiglie ma tra il pubblico gli adulti senza bambini sono tantissimi. Figli affidati ancora una volta alle 'antenate' del personaggio di Pamela Lyndon Travers interpretato da Julie Andrews nel film del '64: le tate. I fanciullini che albergano i cuori dei genitori vogliono riprendere fiato per qualche ora. Sul palco, nel frattempo, le campane della Londra d'inizio '900 scandiscono l'attesa. Dopo la conclamata 'benedizione' di Broadway, è chiaro fin dal principio che sarà uno spettacolo vero. E quando si spengono le luci gli occhi di almeno tre generazioni di milanesi si accendono per illuminare di poesia le loro menti.

Che il musical, diretto da Federico Bellone, non voglia limitarsi a risvegliare sentimenti di malinconia di un passato ormai passato è un dato di fatto. Il libretto - firmato dal premio Oscar Julian Fellowes - riesce ad essere fedele alle origini senza chiudere la porta a deliziose licenze artistiche, perfette per il teatro. Allo stesso modo i testi e i brani nuovi - a cura di George Stiles e Anthony Drewe - arricchiscono il mitico repertorio dei fratelli Richard M. Sherman e Robert B. Sherman, che per la canzone "Chim Chim Cher-ee" ("Cam caminì") e per la colonna sonora del film della Disney nel 1965 vinsero due Oscar.

Mary Poppins, il musical al Nazionale

Tornare bambini ma con lo sguardo di un adulto. Perché a trentacinque anni, con una moglie e un figlio, è inevitabile. Perché lo capisci subito: se prima ti identificavi con i piccoli Banks, Jane e Michael, oggi abbracci automaticamente le difficoltà dei signori George e Winifred. Da un lato un uomo 'sepolto' dall'idea di una vita di apparenze e doveri: il guadagno, la posizione in società, e una felicità schematica dettata dal ruolo più che dall'essere. Dall'altro le frustrazioni di una donna 'condannata' a rinunciare alle proprie passioni, perfino a quella naturale di fare da madre ai propri figli, per soddisfare quello che gli altri si aspetterebbero da lei.

Per fortuna, come nella trama, ci pensano Mary Poppins (Giulia Fabbri) e Bert (Davide Sammartano), ora pittore ora spazzacamini, a farti salire in alto, sui tetti della città, sopra ogni cosa. Perché "i problemi non sono così grandi quando li vedi dall'alto". La coreografia di Gillian Bruce accompagna perfettamente l'esecuzione del capolavoro "Cam caminì". I cori spontanei e i battiti a ritmo degli spettatori raggiungono poi picchi quasi da coro da stadio durante le esecuzioni di "Un poco di zucchero" e "Supercalifragilistichespiralidoso": senz'ombra di dubbio il momento più nostalgico. Chissà se la supervisione musicale, curata da Simone Manfredini, e la direzione dell'orchestra, affidata ad Andrea Calandrini, avranno tenuto conto di una tale partecipazione del pubblico.

Video: proposta di matrimonio durante il musical

Sarà proprio per quel mix tra passato e presente, realtà e magia, problemi e soluzioni - parte del ricavato sarà destinato a quattro progetti scelti dalla Fabbrica del Sorriso - che Mary Poppins piace tanto anche oggi, forse perfino più di cinquant'anni fa. Al cinema, con "Il Ritorno di Mary Poppins" appena uscito nelle sale, e in teatro: con il musical, che doveva chiudere il 31 dicembre con una serata speciale, e invece andrà avanti fino al 27 gennaio 2019. Perché se la vita esige di atterrare le cure della tata di Cherry Tree Lane ti invitano a decollare, a partire.

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