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Economia

Indagato per peculato, il numero uno della Fabbrica del Duomo si dimette

"Sconcertato": così Angelo Caloia. "Mi sento avvilito, ma vi garantisco la mia totale estraneità ai fatti", scrive in una lettera al Cda

Angelo Caloia, ex presidente dello Ior indagato per peculato nell’inchiesta sulla compravendita di immobili del Vaticano tra il 2001 e il 2008, si dimette dalla carica di presidente del consiglio della Veneranda fabbrica del Duomo, l'ente che gestisce la basilica e tutte le attività a essa connesse. 

Caloia, 75 anni, economista e docente universitario, esprime la sua "totale estraneità ai fatti riportati dalla stampa". "Sconcertato, attonito e profondamente avvilito, sono a rassicurarvi sulla mia totale estraneità ai fatti", scrive in una letta Caloia al Cda della Veneranda Fabbrica.

Il Promotore (cioè il corrispettivo nella giustizia vaticana del Procuratore generale) Gian Piero Milano accusa in particolare l’ex presidente della banca vaticana Angelo Caloia, l’ex direttore generale Lelio Scaletti e l’avvocato Gabriele Liuzzo di aver trattenuto per sé almeno una parte dei soldi incassato con la vendita di 29 immobili tra il 2001 e il 2008. Il provvedimento di sequestro risale al 27 ottobre scorso fa seguito a una inchiesta interna della banca vaticana che a sua volta ha emesso una denuncia contro i tre. 

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