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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Il recupero delle 100 cascine del Policlinico per l'agricoltura del futuro

Dal latte biologico alle sperimentazioni coi droni. Un tempo le cascine servivano per la produzione di cibo e farmaci per i malati

Pochissimi sanno che il Policlinico di Milano possiede un centinaio di cascine nelle campagne milanesi. E non solo. Si parla di qualcosa come 85 chilometri quadrati di terreni, frutto di donazioni lungo ben sei secoli di storia. Oggi i terreni e le cascine consentono al Policlinico ricavi per sostentarsi, ma nel tempo hanno fatto molto di più: consentivano di coltivare prodotti per dare i pasti ai malati e le preparazioni farmaceutiche.

Una apposita fondazione (Sviluppo Ca' Granda), partecipata al 100% dal Policlinico, ha lavorato duramente per tre anni, con il suo direttore generale Achille Lanzarini, per recuperare questo patrimonio e salvarlo, in parte, dal dissesto. La spesa è stata di oltre 23 milioni di euro, ma ne è sicuramente valsa la pena. Importante la collaborazione dei conduttori delle cascine.

Il latte e l'abbazia

Tra le cose più "tangibili", i frequentatori di alcuni negozi Esselunga avranno notato il latte biologico "Ca' Granda", venduto nella catena di supermercati con un accordo specifico. Il latte proviene dalla mungitura effettuata su 70 mucche della Cascina Coltivi di Zelo Buon Persico (Lodi) e conferito al lattificio cremonese Padania Alimenti. Per ogni confezione di latte venduto (1,59 il prezzo), 0,055 euro (cioè 5,5 centesimi) sono devoluti ai progetti di ricerca del Policlinico.

Nel Comune di Milano, le proprietà rurali principali del Policlinico riguardano l'area di Battivacco in Barona, un podere al Gratosoglio (tra il Naviglio Pavese e il Lambro Meridionale, a sud di via Pienza), e ancora il Ronchettino, il Ronchetto e la Brandezzata, tutti nel Parco Agricolo Sud. Notevoli anche le aree tra Milano e Opera, a cominciare dalla zona di Mirasole, con la sua nota abbazia.

Droni in agricoltura

Le ristrutturazioni servono a sviluppare ulteriormente, o anche solo a tenere in vita, l'attività agricola patrimonio storico (e non solo) di questo sistema di cascine. Se un tempo esse servivano, come si diceva, a fornire l'ospedale di beni essenziali, oggi sono utili per sperimentare nuove filiere o modi di produzione. Per esempio, le 13 proprietà nell'area di Morimondo sperimentano la coltivazione biologica di riso e foraggi di qualità. E a Casorate Primo (nel Pavese) vengono sperimentate le tecnologie come i droni, i sensori e i robot applicati all'agricoltura insieme al Cnr e col coinvolgimento di studenti degli istituti agrari.

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