rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Lega Nord e Coldiretti: tutti contro il Ceta, l'accordo tra Ue e Canada

Fuoco di sbarramento contro l'accordo: il dibattito in consiglio regionale. Ma molte critiche al Ceta sono infondate: ecco perché

Lega Nord e Coldiretti (il cui presidente lombardo dichiarò, in un convegno, che occorreva guardare di più alla Russia e di meno a Bruxelles) hanno iniziato un fuoco di sbarramento contro il Ceta, l'accordo commerciale tra Unione Europea e Canada che entra provvisoriamente in vigore in attesa della ratifica di tutti i parlamenti dei Paesi Ue. 

La Coldiretti ha manifestato martedì 5 luglio davanti a Montecitorio, a Roma, dichiarando che «per la prima volta è stato dato il via libera alla produzione di falso made in Italy». Il timore di Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti, è che il Ceta rappresenti un «precedente» per altri accordi simili con Paesi emergenti: «Si rischia di avere un effetto valanga sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo», ha affermato Moncalvo.

Asiago, Fontina, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Gorgonzola: prodotti che, per Coldiretti, il Canada «sarà di fatto autorizzato a produrre e vendere ai consumatori di tutto il mondo». E ce n'è anche per il prodotto italiano più esportato al mondo, il Parmigiano Reggiano, che per Coldiretti «potrà essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan».

Trattato Ceta: sono vere le accuse di Coldiretti?

Ma è tutto vero ciò che viene comunicato? Per stabilirlo abbiamo verificato i contenuti effettivi del trattato. E abbiamo scoperto che alcune cose non stanno esattamente come vengono diffuse in questi allarmi. In realtà il Ceta individua 143 prodotti europei di alta qualità e indica norme molto stringenti per la loro protezione. Nessun canadese potrà produrre con la stessa denominazione di questi prodotti (l'elenco italiano a pagina 11 qui), e l'eventuale formaggio canadese "Parmesan" (che pretende una somiglianza col Parmigiano Reggiano) non potrà utilizzare "l'italian sounding" come il tricolore o l'effige di una città italiana.

A febbraio 2017, l'ex presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Alessandro Bezzi si dichiarava soddisfatto del Ceta proprio per questo motivo. Ancora meglio va al Prosciutto di Parma: «Grazie all’intesa tra Unione Europea e Canada - sono parole del direttore del consorzio Stefano Fanti - potremo utilizzare legittimamente la denominazione "Prosciutto di Parma" e investire sulla nostra marca».

Non solo, ma verranno eliminate in gran parte le barriere doganali (dazi) per le esportazioni di questi prodotti. Sarà quindi complessivamente più facile per gli imprenditori europei e italiani esportare in Canada le loro eccellenze (alimentari e non).

La Lega in Regione Lombardia: "No al Ceta"

Un altro fronte della battaglia contro il Ceta è stato aperto dalla Lega Nord nel consiglio regionale della Lombardia. Nella seduta del 4 luglio è stata promossa una interrogazione da parte dei consiglieri regionali leghisti all'assessore (leghista) all'agricoltura Gianni Fava. Paolo Grimoldi, segretario lombardo del Carroccio, ha spiegato che il Ceta impedisce «definitivamente di tutelare i nostri prodotti di eccellenza rimpiazzati sul mercato canadese da prodotti locali spacciati per italiani con il cosiddetto "italian sounding"».

Come abbiamo visto, le cose sono esattamente opposte: "l'italian sounding" viene espressamente vietato per prodotti locali che pretendono di assomigliare alle nostre eccellenze. L'esito dell'interrogazione è scontato: l'assessore Fava ha promesso che si impegnerà perché la Regione Lombardia si dichiari contraria alla ratifica del Ceta.

La Lega ha aperto anche il capitolo sul grano: «Questo accordo - ha dichiarato il capogruppo Massimiliano Romeo - permetterà al Canada di vendere in Italia migliaia di tonnellate di grano contenente tossine e coltivato con diserbanti che da noi sono vietati da circa 20 anni».

In realtà il Capo 5 del Ceta ("Regole sanitarie e fitosanitarie") impone determinati obblighi alla parte esportatrice per rispettare la protezione sanitaria e fitosanitaria regolata dalla parte importatrice: in altre parole, un elemento chimico vietato in Italia continuerà ad essere vietato, mentre vengono agevolati gli scambi che nella sostanza rispettano tali norme.

"Più export per tornare a crescere": i favorevoli al Ceta

«L'Italia è un paese a forte vocazione esportatrice», ha argomentato Piercamillo Falasca del movimento Forza Europa in risposta a tutte le critiche al Ceta: «Aumentare l'export è l'unica vera chance per le nostre imprese per agganciare la domanda globale e tornare a crescere. Il Ceta - primo caso in assoluto - rispetta le tipicità europee e le indicazioni geografiche. Si può fare di più? Si può sempre fare di più, impegniamoci a farlo con intelligenza e concretezza perché la qualità del nostro cibo è il nostro valore aggiunto».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lega Nord e Coldiretti: tutti contro il Ceta, l'accordo tra Ue e Canada

MilanoToday è in caricamento