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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Chiara Ferragni aprirà la sua prima boutique "ufficiale" in centro a Milano

28enne bocconiana, blogger e fashion designer, diventata una star internazionale dopo un'ascesa vertiginosa, (ri)parte da Milano: perchè, come sancisce anche il Financial Times, l'industria della moda "è" Milano. Ed è un primato duro da scalfire

Si sa che i rumors che girano con insistenza hanno spesso un fondo di verità (Starbucks, Lego, Primark, tutte leggende che poi si sono rivelate fondate); e così, a Milano, nel 2017, potrebbe sbarcare in centro la prima boutique "reale" di Chiara Ferragni

La notizia rimbalza da giorni con insistenza sui siti specializzati americani. Sarebbe stato lo stesso Riccardo Pozzoli, cofondatore e numero uno del blog Theblondesalade, a dare l'annuncio: un flagship store all'inizio del prossimo anno.

E' questo uno dei (sempre più numerosi) casi dove lo spazio fisico nasce dallo spazio virtuale per eccellenza, il web. La storia personale della Ferragni è meritevole. Ed è una declinazione brillante dell'"avercela fatta". Oggi 28enne, lombarda (origini cremonesi), apre nel 2009 un blog dove parla di moda e dei suoi outfit. Siamo agli albori; è una delle prime ad avere l'intuizione nel periodo in cui il "fare il blogger" viene ancora visto come "perdere tempo al computer". Lo fa nei ritagli di tempo, mentre studia in Bocconi. Il successo è clamoroso. Lo stile è semplice, quasi infantile, ma efficace, straordinariamente efficace: le lettrici si affezionano subito.

L'ascesa della Ferragni è vertiginosa. Bionda, occhi cerulei, quasi filiforme (e la sua estrema magrezza non manca di suscitare le immancabili polemiche sul rischio anoressia), anche visivamente funziona. La sua diventerà una riuscitissima professione, aprendo la strada a decine di cloni più o meno riusciti. Con la sua comunità non ha un gran dialogo: i momenti di confronto sui giudizi - o le critiche - sono rarissimi. Questo contribuisce a donarle un'aura quasi divistica, da "irraggiungibile". Non è più la ragazza semplice che indossa abiti stilosi; sono gli abiti stilosi, ora, a essere scelti da lei, regina incontrastata delle gallery fashion. 

Le visite da migliaia diventano centinaia di migliaia, il profilo Instagram passa da 1,6 a 3 milioni di follower in un anno, la pagina del blog su Facebook arriva ad avere (a marzo 2016) oltre 1 milione e 200mila like. Il sito s'internazionalizza, la Ferragni viaggia spesso negli Usa dove diventa una personalità ascoltata e influente. Finisce sulla copertina di Vogue, viene ospitata in trasmissioni e talent show, diventa testimonial di una notissima marca di shampoo. Nel 2013 lancia la propria linea di calzature. Stile 'fumettoso', fresco, dirompente. E' un marchio riconosciuto ormai. Si stabilisce a Los Angeles. Vende online e in oltre 300 negozi in tutto il mondo; ha un proprio spazio all'interno di department stores prestigiosi, da Taiwan a Dubai, da Parigi a Londra. Con quella che diventa una vera e propria azienda arriva a fatturare 8 milioni di dollari

Ma non poteva che (ri)partire da Milano la sua avventura "in solitaria". Una città che, checchè se ne dica, ha ancora un immenso e centralissimo ruolo nel mondo internazionale della moda. Lo stesso Financial Times ne ha ribadito, soltanto qualche giorno fa, il valore, dissertando sulla straordinarietà della fashion week meneghina. Sono rare le cose che arrivano a coniugare valore industriale - si parla di un giro d'affari di 80 miliadi di euro annui -, bellezza creativa e forma d'arte come la moda italiana. Il cuore di tutto ciò è all'ombra della Madonnina. E la Ferragni sembra averlo capito benissimo.  

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