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"Giochi: Lombardia, la legge anti-slot è un flop"

Pucci (As.Tro – Sistema Gioco Italia) contro l'assessore regionale Beccalossi: Prendere atto del fallimento. Disponibili a confronto per sintesi tra attività di impresa, tutela sociale e entrate erariali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Doveva servire a ridurre il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Eppure i casi di GAP censiti dai servizi sanitari regionali in Lombardia sono aumentati. Avrebbe dovuto “scoraggiare” la domanda di gioco. Eppure la raccolta di gioco in Lombardia è rimasta sostanzialmente la stessa.

Almeno nei punti legali, perché il rischio concreto è che sia addirittura aumentata, spostandosi dal gioco legale a quello illegale. Dal giorno del debutto delle legge n. 8 del 2013 - il provvedimento attraverso cui la Lombardia ha introdotto il cosiddetto “distanziometro metrico”, con una distanza di 500 metri dai luoghi “sensibili” entro cui è impossibile l’installazione di apparecchi per il gioco legale – la norma che avrebbe dovuto porre un freno alla ludopatia, scoraggiando la domanda di gioco, sembra aver fallito i suoi principali obiettivi.

A dimostrarlo sono i dati e le cifre contenute nel report elaborato da As.Tro, l’Associazione Nazionale Gestori da Apparecchi da Intrattenimento, parte di Sistema Gioco Italia, la Federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria. E le cifre dicono che dopo l’introduzione del distanziometro i casi di GAP sono aumentati del 42,1%. Una crescita a cui corrisponde, invece, una netta diminuzione del numero di macchine da intrattenimento presenti sul territorio regionale: rispetto al 2013, tra awp e videolottery il numero degli apparecchi da intrattenimento per il gioco legale nel 2014 è diminuito del 12,5%. Con una relativa diminuzione di quasi 1.300 tra esercizi e locali con awp e videolottery presenti sul territorio. E tuttavia, di fronte ad una consistente riduzione del parco macchine, la raccolta di gioco per awp e vlt nel 2014 in Lombardia è stata sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, passando da 10,191 a 10,068 miliardi di euro. 

Ecco dunque che di fronte a tali numeri, la diminuzione del parco macchine determinata dal cosiddetto distanziometro ha dimostrato – rispetto all’obiettivo dichiarato di contrasto al gioco patologico – tutta la sua inefficacia. Gli unici obiettivi finora raggiunti sono stati, purtroppo, la chiusura di 11 sale videolottery – equivalenti a circa 40 posizioni lavorative - e la riduzione degli introiti legati agli apparecchi da intrattenimento per 1.283 esercizi commerciali tra bar e tabaccherie. E la domanda di gioco per le awp e videolottery da parte della cittadinanza? E’ semplicemente “migrata” dai locali costretti a chiudere, o da quelli privati dai congegni leciti, a quelli ancora aperti e dotati da apparecchi da intrattenimento.

“La prima conclusione – ha dichiarato Massimiliano Pucci, Presidente di As.Tro e Vicepresidente di Sistema Gioco Italia – è che il distanziometro più che arma contro il gioco patologico si è dimostrato un vero e proprio moltiplicatore epidemiologico del GAP”. “Eppure – aggiunge Pucci con riferimento alle dichiarazioni rilasciate in merito dall’assessore Viviana Beccalossi - nonostante gli evidenti effetti controproducenti di questi provvedimento, l’assessore continua a difenderne la ratio, giustificando l’aumento dei casi accertati di gioco patologico nella possibilità offerta, a detta sua, dalla sola Lombardia di curare gratuitamente il GAP. Possibilità che, secondo l’assessore, avrebbe determinato una vera e propria migrazione da altre regioni verso le strutture lombarde. Di fronte a tali prese di posizione, non possiamo non ricordare all’assessore, anche se dovrebbe già esserne a conoscenza, che il GAP può essere trattato in strutture specialistiche , gratuitamente, e presenti in tutta Italia. Senza considerare che almeno altre cinque regioni sono da tempo storicamente all’avanguardia da questo punti di vista e da molto più tempo rispetto alla Lombardia. E sono il Veneto, la Liguria, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Trentino Alto Adige”.

“In ogni caso – sottolinea il Presidente di As.Tro – tutte le prestazioni sanitarie rese a cittadini non residenti in una regione sono documentate e oggetto di compensazioni reciproche e di queste è facile cercare evidenza nel bilancio regionale lombardo. Anche se basta frequentare i Serd per verificare la residenza di ogni assistito”. Alla luce dei dati emersi in relazione all’introduzione del distanziometro l’invito che As.Tro rinnova è quello di “considerare la possibilità tutt’altro peregrina che il Legislatore regionale abbia semplicemente sbagliato l’impianto della propria legge, adottando strumenti errati pur perseguendo una finalità nobile. L’auspicio è che si provveda ad un intervento legislativo davvero di qualità capace di tutelare la legalità, l’occupazione, l’erario e la tutela della salute. Tutte condizioni che il distanziometro lombardo non ha soddisfatto, poiché ha ridotto l’offerta ma non la domanda, ha espulso il gioco legale e fatto registrare un aumento dei casi critici a livello sanitario, evidentemente connessi a prodotti e servizi non rientranti nell’ambito del gioco lecito. Non è un caso, infatti, che tuto il gioco lecito, eccezion fatta per il Lotto, soffra dal 2012 di un calo della raccolta anche al di là del distanziometro a cui si lega però una vera e propria impennata del GAP”.

“Il GAP – conclude Pucci – è un problema serio, sulle cui strategie preventive tutto il settore del gioco legale vuole dare il suo contributo ed essere coinvolto nelle iniziative di intervento, come accade in tutti i paesi civili, senza inutili tentativi di caccia alle streghe. Per tale obiettivo, As.Tro e Sistema Gioco Italia rinnovano la disponibilità a collaborare affinché in Italia e in Lombardia siano tutelati i cittadini e l’attività di impresa del gioco legale, unico vero argine nei confronti dell’illegalità e della criminalità organizzata, trovando quella sintesi necessaria tra garanzie per le entrate erariali, ordine pubblico e tutela sociale”.

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