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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

I milanesi dopo le vacanze? Riducono le spese

L'indagine Camcom di fine agosto: dopo le uscite per le ferie estive (comunque ridotte), si tagliano le voci "superflue": tempo libero e fitness pronti a sparire dalla spesa. I dettagli

Confindustria e Camera di Commercio di Monza, a fine luglio, avevano evidenziato che la ripresa lombarda, in linea con il dato nazionale, è in atto, stando ai dati del secondo trimestre del 2010. Fatturato, produzione, tasso di impiego degli impianti e soprattutto gli ordini riportavano percentuali di crescita positive.


In questo quadro iniziavano le vacanze, un periodo di spese soprattutto per chi non dispone della seconda casa. Vacanze che quest'anno sono state all'insegna del risparmio. Da una stima sembra che abbia rinunciato completamente alle ferie lontano da casa il 40% dei lombardi, ma la percentuale è salita al 61% tra gli over 65.
Chi non ha resistito alla tentazione di mare o montagna, ha comunque arginato le spese riducendo i giorni o optando per soluzioni più economiche come i campeggi o l'ospitalità di parenti e amici (il 26%).


Ora, a fine agosto, è possibile fare un bilancio su come sono andate le vacanze per i portafogli. Secondo un'indagine camerale, molte famiglie hanno effettivamente ridotto, o pensano di ridurre a breve le proprie uscite. Ben tre famiglie su cinque ad alto reddito, e l'81% di quelle a basso tenore di vita.


Le voci più tagliate sono quelle relative al tempo libero: cene al ristorante o in pizzeria (54%), shopping di abbigliamento (51%) ed elettronica (36%) e, cosa inconsueta, fitness e palestre (18%). Meno toccate le voci relative alla spesa al supermercato. Sono ancora molti a ritenere di non dover cambiare le proprie abitudini in questo senso, anche se tra gli over 50 si nota una propensione maggiore a scegliere catene di supermercati e discount più economiche.


Piuttosto diversificata è la situazione tra le diverse province. A Varese si registra la maggior propensione a non ridurre alcuna spesa (29% contro il 22% regionale e il 18% di Bergamo), ma tra chi le riduce è ben più alta la percentuale di chi ha rinunciato in parte alle vacanze e ai viaggi (il 74% contro il 57% regionale), forse per via del clima mite che si respira tra i laghi e le prealpi. I milanesi sono invece piuttosto in linea con i dati lombardi, ma meno disposti a rinunciare alle palestre e allo sport (10% contro il 18% regionale) e al tempo libero culturale (concerti, musei, teatri: l'11% contro il 14% regionale).

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